Menu

Tools
Tipografia
Ignazio Marino

Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori,
mentre siamo qui riuniti per parlare dell’ipotesi di sollevare presso la Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione con la Corte di Cassazione, ciò che accade fuori da quest'aula rende di fatto già superato questo dibattito.

Ignazio Marino

Il Senatore nel suo intervento acclude uno stralcio della lettera di Luciano Di Natale

Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori,
mentre siamo qui riuniti per parlare dell’ipotesi di sollevare presso la Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione con la Corte di Cassazione, ciò che accade fuori da quest'aula rende di fatto già superato questo dibattito. Per questo non vorrei dilungarmi sulla questione, ben illustrata dal senatore Ceccanti il 30 luglio, ma vi chiedo di fare un altro ragionamento.
Nel nostro ruolo di legislatori non possiamo limitarci ad affrontare le questioni solo in base al diritto; in queste aule noi siamo chiamati ad occuparci dei problemi reali delle persone. E il problema sollevato oggi è la diretta conseguenza di una carenza del legislatore rispetto ai problemi reali dei cittadini.
La legge che manca è quella sul testamento biologico. Una legge grazie alla quale ogni persona, se lo vuole, solo se lo vuole, possa indicare quali terapie intende accettare e quali rifiutare se un giorno si trovasse nelle condizioni di non poter più esprimere direttamente le proprie volontà e in assenza di una ragionevole speranza di recupero dell’integrità intellettiva.
Al Senato se ne discute da almeno tre legislature. Il tema dunque non è una novità legata a Eluana Englaro. Ci sono stati molti disegni di legge, audizioni, abbiamo fatto dibattiti e convegni. Ma non siamo ancora riusciti ad arrivare ad una legge. Alla fine è sempre prevalso un atteggiamento lontano dalla sofferenza delle persone, dai cittadini che ci hanno eletto, lontano dai nostri pensieri e dalle nostre stesse convinzioni.
Voglio ricordare anche che il senatore Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità , il 13 luglio del 2005 era riuscito ad avere l’unanimità su un testo di legge che però non è arrivato all’esame dell’Aula. Ma allora, se siamo tutti d’accordo che una legge serve e se abbiamo già ricevuto l’approvazione di tutte le forze politiche, ma perché non legiferiamo? Perché ci arrovelliamo sulle mozioni?
Ancora una volta ci limitiamo a parlare di noi, mentre dovremmo parlare di Eluana e delle migliaia di persone che vivono in situazioni simili. Eluana non è un caso o una vicenda. A volte ho la sensazione che ci dimentichiamo che è una persona e come tale ha una dignità che va rispettata. La sua vita è degna come tutte le altre, anzi forse lo è di più perché è più debole e non può più affermare il suo pensiero. Ma il punto in questione sono i diritti individuali che, come tali, dovrebbero essere garantiti a tutti in ogni circostanza.
Chi di voi è andato a trovare Eluana o un’altra persona in stato vegetativo permanente? Se qualcuno l’ha fatto avrà visto che le cure non si limitano a fornire l’acqua e il pane, come è stato detto‑¬¦ La nutrizione e l’idratazione artificiale avvengono attraverso un sondino che introduce nel corpo elettroliti, microelementi, proteine, farmaci antiepilettici e altri. Inoltre, un corpo in quelle condizioni deve essere mantenuto libero da infezioni, dal rischio di embolie polmonari, da decubiti, da alterazioni metaboliche che possono causare la morte. Per non parlare della manipolazione da parte di mani estranee che devono lavare, massaggiare, spostare e anche svuotare l’intestino una o due volte la settimana.
Chi di noi vorrebbe essere sottoposto a tutto questo per anni senza avere alcuna percezione del mondo e senza una ragionevole speranza di recuperare l’integrità intellettiva? Io non lo vorrei, lo confesso. E se mi capitasse vi prego di tenere in considerazione le parole che pronuncio oggi in quest’Aula.
Ma se qualcuno invece lo volesse, può essere sicuro che la sua volontà sia rispettata?
La risposta è no, perché ogni giorno nei reparti di rianimazione si pone il dilemma se interrompere o meno alcune delle terapie che, grazie ai progressi della medicina, permettono di mantenere in vita un essere umano altrimenti destinato alla fine naturale della vita. E chi prende la decisione se interrompere o meno le terapie? Decide il medico di guardia che non conosce l’intimità del paziente, non sa nulla della sua vita privata, conosce le sue condizioni cliniche e decide esclusivamente in base a queste. Sono gli stessi rianimatori che affermano, anche in un audizione ufficiale al Senato, che nel 62% dei casi applicano la cosiddetta desistenza terapeutica, ovvero sospendono progressivamente tutte le terapie e avviano così il paziente verso la fine naturale della sua esistenza. La scelta che fanno è quella giusta, lo sappiamo. Eppure non possono documentarla in cartella clinica e soprattutto non prendono questa decisione tenendo conto del punto di vista del paziente, dato che non si possono lasciare delle indicazioni scritte attraverso il testamento biologico.

La dignità della vita dal suo inizio alla sua fine naturale non si difende prolungando artificialmente un’agonia. Tale prolungamento come estensione assoluta del principio di Ippocrate potrebbe sfociare nell’idolatria della scienza e nella rinuncia all’umanesimo e persino nella rinuncia alla carità cristiana.

Ed ecco perché i cittadini, oltre al Presidente della Repubblica e alla magistratura, chiedono che il Parlamento legiferi sulla materia. Ciò che ci viene chiesto di fare non è una legge per obbligare alla sospensione delle cure, o una legge per obbligare a prolungare le terapie a oltranza. Ma serve una legge che permetta di non demandare decisioni tanto definitive al giudizio altrui.
Io sono fiducioso e mi auguro che finalmente riusciremo a fare una legge. Ci sono riusciti gli Stati Uniti nel 1976, anche lì dopo una sentenza della magistratura e una decisione della Corte Federale. Ci sono riusciti in Francia, in Danimarca, in Germania, in Belgio, in Svezia, in Australia, anche la Spagna ha approvato recentemente una legge.

Nel chiudere mi permetto di leggervi una lettera che ho ricevuto alcuni giorni fa (La lettera completa giunta in Redazione è pubblicata a questo link):
€˜Sono il papà di Sara, una ragazza ragusana di 25 anni in stato vegetativo permanente. Per più di due anni io e mia moglie la abbiamo assistita 24 ore su 24 e facciamo il lavoro di sei infermieri. Voglio manifestare la mia amarezza per le carenze delle strutture nella mia regione, la Sicilia. Per questo ho dovuto ricoverare mia figlia in un centro di Ferrara senza peraltro poter usufruire, per il trasferimento con l’aereo opportunamente attrezzato, del sostegno economico del Servizio Sanitario Nazionale (ad altri elargito per ricoveri all’estero, vedi Bernardo Provenzano). Voglio esprimere la mia solidarietà a Beppino Englaro che, come me, vive una realtà parallela, incredibilmente dolorosa per avere una figlia in stato vegetativo permanente. Egli sta dimostrando forza e grande dignità in mezzo a tanto rumore e a tanto starnazzare‑¬. FIRMATO: Luciano Di Natale

Noi abbiamo già diversi disegni di legge su cui lavorare, uno di questi è stato sottoscritto da 100 senatori del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori e del Popolo delle libertà . E’ un disegno di legge che affronta i problemi della fine della vita nel loro complesso e infatti si occupa non solo di testamento biologico ma anche di cure palliative e delle terapie del dolore.
L’obiettivo è di offrire ai malati inguaribili e alle loro famiglie sollievo e sostegno durante le fasi che accompagnano i momenti terminali della vita. Per questo è necessario realizzare un programma assistenziale di cure palliative, rafforzare la rete degli hospice e semplificare la prescrizione dei farmaci per la terapia del dolore.
Sono certo che tutto il Parlamento è d'accordo su questi temi e mi aspetto che la discussione sia avviata al più presto a Palazzo Madama. Sono argomenti che definiscono il grado di civiltà di un paese, il rispetto dei diritti e, dal momento che riguardano tutti nessuno escluso, il Paese si aspetta che siano trattati con celerità .

Grazie.

INFO:
Il Sito personale di Ignazio Marino

Scheda di attività del Senatore Ignazio MARINO

Su questo argomento leggi anche gli articoli:

EUTANASIA, E' GIUSTO CONCEDERLA AI MALATI TERMINALI?


"ELUANA ENGLARO NON E' UNA FOGLIA D'INSALATA!"

[Redazione]

Approfondimenti

SPECIALE MODELLI ICRIC, ICLAV E ACCAS/PS

SPECIALE MODELLI ICRIC, ICLAV E ACCAS/PS

SPECIALE MODELLI ICRIC, ICLAV E ACCAS/PS Per l’accesso 2014 alle prestazioni assistenziali di residenti in Italia e all...

SPECIALE TRUST DISABILI: UNA TUTELA PER IL DOPO DI NOI

SPECIALE TRUST DISABILI: UNA TUTELA PER IL DOPO DI NOI

SPECIALE TRUST DISABILIUNA TUTELA PER IL DOPO DI NOI   Nell'ambito del "dopo di noi", sono diverse le valutazioni...

Riconoscimento invalidità civile

Riconoscimento invalidità civile

RICONOSCIMENTO INVALIDITÀ CIVILE Chi ha diritto all'invalidità civile? Come si presenta domanda? Quali sono i tempi, la...

SPECIALE LEGGE 104

SPECIALE LEGGE 104

SPECIALE LEGGE 104 La legge 104 è la legge che definisce e regola le questioni in fatto di assistenza, integrazioone so...

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy