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martellettoLa questione dell’incostituzionalità era stata sollevata da tre regioni italiane

Neanche un anno fa, precisamente il 21 giugno 2011, con l’entrata in vigore del Codice del Turismo si era voluta mettere una tutela e garanzia al diritto al turismo per tutti, rendendo così concreto l’intento della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità , ratificata dall’Italia con legge n. 18/2009. In particolare, l’articolo 3 del Codice era stata una importante conquista, affermando che lo Stato assicura che le persone con disabilità motorie, sensoriali e intellettive possano fruire dell'offerta turistica in modo completo e in autonomia, ricevendo servizi al medesimo livello di qualità degli altri fruitori senza aggravi del prezzo. Tali garanzie sono estese agli ospiti delle strutture ricettive che soffrono di temporanea mobilità ridotta.

Oggi qualcosa è cambiato: la Corte Costituzionale, infatti, con sentenza 80/2012 del 2 aprile 2012, ne ha dichiarato l'incostituzionalità . Il motivo è presto detto: quell’articolo non sarebbe in linea con l’autonomia delle Regioni e delle province autonome. Come si legge dalla sentenza, (‑¬¦) Indipendentemente da ogni considerazione di merito su tale disposizione, si deve rilevare che essa attiene, con evidenza, ai rapporti tra Stato e Regioni in materia di turismo e realizza un accentramento di funzioni, che, sulla base della natura residuale della competenza legislativa regionale, spettano in via ordinaria alle Regioni, salvo che lo Stato non operi l’avocazione delle stesse, con l’osservanza dei limiti e delle modalità precisati dalla giurisprudenza di questa Corte.

Con questa sentenza, dunque, la Corte Costituzionale, ha accolto il ricorso di alcune regioni italiane che avevano avanzato l'ipotesi di non costituzionalità del Codice del Turismo. Le regioni ad avanzare l’ipotesi di incostituzionalità sono state Puglia, Umbria, Toscana e Veneto, ma solo quest’ultimo in particolare, aveva impugnato l’articolo 3, che la Corte ha ritenuto di cancellare.

La decisione lascia alquanto stupefatti, quasi un colpo di spugna a cancellare gli sforzi culturali a far sì che il turismo per tutti non sia un’eccezione, ma la regola. Sconcerto anche da parte del Coordinamento delle Associazioni delle persone con sindrome di Down (Coordown), che in una nota afferma: Alla luce delle modifiche apportate dalla Corte Costituzionale, ci aspettiamo che la Regione Veneto, così come tutte le altre regioni d’Italia, in ottemperanza alle proprie prerogative, legiferino in materia nel più breve tempo possibile, visto anche l’approssimarsi della stagione turistica 2012 ormai alle porte.


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