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burocrazia: timbri su scrivania FISH: "Esistono in Italia circa 1 milione 100mila persone con limitazioni funzionali gravi che - pur essendo in possesso dei requisiti sanitari - non sono titolari di indennità di accompagnamento"

Lo scorso 16 settembre si è tenuto a Roma l'incontro promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), "Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l'accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità". Come dichiara la stessa Federazione, a guidare l'incontro è stato l'obiettivo di FISH che era - e rimane - quello di costruire una alleanza il più ampia possibile per realizzare nuove politiche, questa volta inclusive, per le persone con disabilità e rendere esigibili e tangibili i diritti richiamati dalla Convenzione ONU.

Si tratta di un obiettivo che richiede un impegno e una condivisione trasversale che coinvolga il più alto numero dei diretti interessati, delle istituzioni, del mondo associativo e sindacale, ma anche quello degli operatori e dei servizi.

I DATI SU INVALIDITA' E ACCOMPAGNAMENTO - Nel corso dell'incontro si è dunque discusso di temi concreti, in particolare su due approfondimenti tecnici realizzati dalla stessa FISH: uno sulla "consistenza" del numero delle persone con disabilità, l'altro sulla spesa sociale per la disabilità. In particolare, afferma la FISH, secondo ISTAT in Italia sono circa 3,1 milioni le persone con limitazioni funzionali gravi, mentre INPS eroga l'indennità di accompagnamento civile "solo" a poco più 1,9 milioni di persone. Ne deriverebbe quindi che esistono in Italia circa 1 milione 100mila persone con limitazioni funzionali gravi che - pur essendo in possesso dei requisiti sanitari - non sono titolari di indennità di accompagnamento.

Dal secondo documento sulla spesa sociale per la disabilità - dichiara sempre la Fish - appare in modo netto da un lato un'Italia molto indietro rispetto alla media europea (sia rispetto alla spesa procapite sia all'incidenza sul PIL) e dall'altro una profonda disomogeneità territoriale sia quantitativa che qualitativa.


RIFORMA DEL RICONOSCIMENTO DISABILITA' - La FISH, in sede di incontro, non si è limitata solo ai numeri, ma ha presentato, nella sua struttura essenziale, la sua ipotesi di riforma dei percorsi per il riconoscimento della disabilità. A questo proposito, afferma che l'intento è quello di ridisegnare un percorso che sia sostenibile ed efficace/efficiente nell'interesse dei diritti delle persone con disabilità ma anche della qualità del sistema di protezione sociale attuale e futuro, capace di promuovere e migliorare l'equità e la trasparenza delle valutazioni.


Per punti, leggiamo che, in merito a questa proposta:

- Ci si propone innanzitutto di unificare i momenti e criteri valutativi di base (invalidità, handicap, disabilità, alunno con handicap) ma al contempo di disgiungere la valutazione di base dalla valutazione multidimensionale legata ai progetti individualizzati, strumenti essenziali per la reale inclusione.

- Importante è anche responsabilizzare, monitorare le competenze valutative di base. La stessa valutazione di base passerebbe da collegiale a monocratica con una separazione dei percorsi valutativi di base per età (minori, adulti, anziani) affidandone il compito a medici con specifica e dimostrata competenza e formazione.

- Grande rilevanza viene attribuita anche alla trasparenza delle informazioni, al controllo della qualità del lavoro di valutazione (sottoposto a indicatori), ai nuovi criteri e ai test da usare.



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Redazione


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