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uic-logoSi sentono abbandonati dal Governo, e chiedono aiuto: sono i ciechi italiani


Pubblichiamo la lettera aperta inviata dal Presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Tommaso Daniele, al Premier Silvio Berlusconi.

Illustrissimo Signor Presidente,
siamo cittadini responsabili e siamo consapevoli dei Suoi numerosi impegni in Italia e all’estero. Siamo tuttavia costretti a bussare alla Sua porta a causa degli assordanti silenzi dei Suoi Ministri e delle loro segreterie, che hanno preso l’abitudine di negare persino una civile risposta alle nostre lettere e ai nostri messaggi che hanno sempre per oggetto i bisogni dei ciechi e degli ipovedenti italiani, un universo di circa due milioni di persone.
Signor Presidente abbiamo molto apprezzato la Sua vicinanza ai cittadini abruzzesi, colpiti dalla tragedia del terremoto e la sincerità delle Sue lacrime durante i funerali. Vogliamo augurarci che Lei voglia riservare uguale attenzione al disperato appello dei ciechi e degli ipovedenti italiani che si sentono soli di fronte alla possibile tragedia dell’esclusione sociale.
I ciechi non hanno mai chiesto la luna. Pur consapevoli dei loro diritti garantiti dalla Costituzione, nelle loro rivendicazioni hanno sempre tenuto conto delle compatibilità economiche. Da quando il nostro Paese soffre le conseguenze della grave crisi economica che attraversa l’intero pianeta, responsabilmente ci siamo limitati a difendere i pochi benefici strappati allo Stato nel corso del tempo o ad avanzare richieste il cui accoglimento era a costo zero per la finanza pubblica.
Il nostro senso di responsabilità è stato premiato col muro del silenzio delle istituzioni.
Nel corso degli anni lo Stato ha concesso alla nostra Unione e ad altri enti contributi finalizzati all’erogazione di servizi, quali: la produzione di libri parlati, in braille, a caratteri ingranditi, in formato elettronico,la produzione di materiali didattici speciali, la prevenzione della cecità , la riabilitazione, l’ accesso all’arte. Tali contributi, che hanno perduto il loro potere di acquisto a causa dell’inflazione, vengono ulteriormente decurtati di circa un terzo per i tagli della spesa con conseguenze facilmente immaginabili. Dopo tre anni di proteste abbiamo ottenuto solo un ordine del giorno della Camera dei Deputati, col parere favorevole del Governo, che attende ancora di essere onorato.
I giovani del servizio civile hanno costituito una risorsa preziosa per l’accompagnamento e l’assistenza dei ciechi, soprattutto degli anziani. Una disegno di legge in discussione alla prima Commissione del Senato, che prevede una speciale attenzione per i progetti aventi per oggetto l’assistenza ai disabili gravi, è stata bloccato da un parere negativo del Governo.
Una legge dello Stato, la 69 del 2000, che stanzia risorse per l’assistenza scolastica ai minorati sensoriali viene disattesa perché il Ministero dell’Economia si ostina a dare parere negativo alla bozza di regolamento attuativo, predisposta dalla Pubblica Istruzione.
Una proposta di legge assegnata alla Commissione Affari Sociali della Camera, che prevede l’equiparazione dell’assistenza fornita dalle associazioni dei disabili più rappresentative alle attività dei patronati, non viene iscritta all’ordine del giorno nonostante le reiterate richieste degli interessati.
Signor Presidente, la necessità della sintesi non ha consentito di rappresentare adeguatamente la drammaticità della situazione, sappia però che tutti questi no pesano come macigni sul futuro dei nostri ragazzi, dei nostri giovani, delle nostre donne, dei nostri anziani. Sappia che tutti questi no hanno come conseguenza meno istruzione, meno formazione professionale, meno prevenzione, meno riabilitazione, meno impiego, meno accesso all’informazione, alla cultura, all’ambiente, all’arte, meno pari opportunità per tutti , il che equivale alla possibile morte civile dei ciechi e degli ipovedenti.
Tutto questo nell’anno in cui il Parlamento italiano ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità , da tutti giustamente esibita come conquista di grande civiltà , capace di cambiare il destino delle persone disabili nel mondo.
Mi rifiuto di pensare che il no alle nostre richieste da parte delle autorità di Governo sia il frutto di insensibilità o di mancanza di volontà politica; certamente, però, si tratta di una grave sottovalutazione del problema.
La nostra associazione sta lottando duramente da circa novant’anni per il riscatto dei ciechi e degli ipovedenti italiani, per la esigibilità dei loro diritti, per la non discriminazione, per la piena cittadinanza, per le pari opportunità , per la pari dignità . Noi quindi, pur in presenza di una crisi economica oggettiva del Paese, non possiamo rimanere inerti di fronte ai no del Governo, perché la soluzione dei nostri problemi passa in un caso attraverso l’impegno di pochi spiccioli, negli altri attraverso il costo zero per la finanza pubblica.
Non stiamo minacciando clamorose azioni di protesta; d’altra parte la nostra associazione non possiede le risorse economiche necessarie per portare in piazza decine di migliaia di iscritti, tuttavia non può rinunciare a rendere di pubblico dominio in tutte le forme possibili il malessere dei ciechi e degli ipovedenti italiani e la loro solitudine.
Illustrissimo Signor Presidente, Lei può evitare tutto questo.
Il cuore mi dice che ci riceverà a Palazzo Chigi e, dopo aver sentito le nostre ragioni, ci renderà giustizia. I ciechi non hanno mai chiesto e non chiedono la luna.
In fiduciosa attesa

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele



PER INFO:

Unione Italiana dei Cicechi e degli Ipovedenti Onlus
via Borgognona, 38 - 00187 Roma Tel 06.69.98.81 - Fax 06.67.86.815 - numero verde 800 682682
Email: presiden@uiciechi.it
Web: http://www.uiciechi.it/home.asp


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