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immagine omino stilizzato che spinge una @Inabilità alla firma: cosa dice la legge nel caso in cui una persona non sia in grado di firmare in autonomia?


La definizione di handicap ha a che fare con l’ambiente e la sua apertura o chiusura alle necessità ed esigenze di persone con disabilità. Ne consegue che una persona è handicappata nel momento in cui le viene preclusa la possibilità di svolgere alcune attività, in relazione della sua menomazione in primis, ma anche e sopratutto per l’inefficienza dell’ambiente circostante.


IMPOSSIBILITA’ DI APPORRE LA FIRMA - Parliamo di handicap riferendoci a un caso specifico, che ci dà l’occasione di parlare della autonomia delle persone con limitazioni funzionali, sul fronte della burocrazia e regolamentazioni relative l’apposizione di firma in caso di disabilità che impediscono l’uso delle mani.
A scriverci è stato un signore che, contattato dalla banca presso la quale è cointestatario di un conto con la sorella, vuole capire come comportarsi in merito alla richiesta di una nuova certificazione della firma che non è in grado di apporre. “Anni fa ho aperto un c\c cointestato con mia sorella e quando è stato il momento di apporre la mia firma è bastato presentare un documento certificato da un messo comunale nel quale si dichiarava che, a causa della mia disabilità, non ero in grado di firmare. Ora a distanza di qualche anno la banca mi comunica che a causa nuovi regolamenti il documento di certificazione presentato non è più attendibile e al più presto, rischio congelamento del conto, devo presentare la procura di firma  rilasciata da un notaio, nella quale viene detto che una persona scelta da me firma al mio posto”.  Ora, una richiesta di procura di firma presso un notaio richiede la cifra – fa sapere sempre l’utente – di 800 Euro, che oltre a non essere bruscolini per nessuno, sono un ammontare che per una persona con disabilità, magari solo con l’accompagnamento, è un vero e proprio insulto.


IL PARERE DELL’AVVOCATO - Abbiamo chiesto all’Avvocato Roberto Colicchia un parere in merito, il quale, dopo aver ricordato le funzioni dell’Amministratore di Sostegno, riporta l’4 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, (Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa): “la dichiarazione di chi non sa o non può firmare è raccolta dal pubblico ufficiale previo accertamento dell'identità del dichiarante. Il pubblico ufficiale attesta che la dichiarazione è stata a lui resa dall'interessato in presenza di un impedimento a sottoscrivere”.
Ci dice l’avvocato: “La dichiarazione deve essere resa da chi, sia pur pienamente capace di agire, non sa scrivere o non può firmare perché materialmente impedito nella scrittura. In pratica, dunque, qualora ci si trovi in presenza di impedimenti alla sottoscrizione dovuti a menomazioni fisiche, o analfabetismo, la dichiarazione dovrà essere validata da un pubblico ufficiale, intendendosi come tale: console, notaio, cancelliere, segretario comunale, o altro funzionario incaricato dal sindaco, funzionari degli istituti previdenziali etc”. Nel caso specifico, quindi, si ritiene che non sia per forza necessario ricorrere a un notaio, ma che sia sufficiente rivolgersi a un qualsiasi pubblico ufficiale. (Qui trovate tutta la risposta del nostro esperto avvocato). 


VALIDAZIONE DELL’IMPRONTA DIGITALE - Questo caso specifico ci è quindi utile per parlare di una questione che è stata proprio in questi giorni ripresa anche dalla Deputata Ileana Argentin, la quale rilancia la proposta di validare l'impronta digitale come firma su qualsiasi atto pubblico o privato, così da superare la questione per chi vi è impossibilitato a causa  di gravi limitazioni funzionali che lo privano degli arti. Così la Argentin a AdnKronos: “Cancellare la diversità, soprattutto quella basata su limiti imposti dalla società e non sulle capacità reali della persona con disabilità motorie. Questa proposta di legge nasce per garantire pari dignità a ogni persona".
"Anche a me è capitato di non poter firmare la mia carta d’identità, peraltro in un municipio inaccessibile alle sedie a rotelle in cui non sono potuta entrare, costretta a risolvere il problema praticamente sulla strada". "Non è possibile fare una stima precisa, ma i disabili che oggi subiscono questa situazione sono davvero tanti". Ricordando poi come nei documenti venga registrata l’impossibilità di firmare, la deputata sottolinea anche il risvolto sotteso a questa procedura, che agisce "squalificando in maniera permanente la persona con disabilità, resa in questo modo 'incapace' di sottoscrivere la propria volontà. In alcuni casi, invece, si preferisce optare per la firma di un parente.
I tempi quindi per un cambiamento, afferma Argentin, sono maturi, “Visto che siamo di fronte alla riforma della Pa, è il momento giusto per agire, perché i diritti sono per tutti e uno Stato democratico non deve ignorare nessuno".


Impronta digitale, firma elettronica: almeno un paio di strumenti potrebbero rappresentare un passo in avanti per l’autonomia e l’autodeterminazione delle persone disabili, di cui tanto si parla e per la quale ancora si fa poco.


IN DISABILI.COM:


Esperto avvocato risponde


Si discute di inabilità alla firma anche nel forum

Redazione

 

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