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Il percorso di fornitura pubblica di ausili tecnologici annunciati nel nuovo Nomenclatore  dovrà tenere conto di molteplici aspetti

Sulla questione Nomenclatore Tariffario continuano a non esserci novità. Le più volte annunciate revisioni del documento che stabilisce quali ausili debba passare il SSN alle persone con disabilità sono tutt’ora lettera morta. A nulla sono valse le anche recenti annunciate diffide al Governo per non aver rispettato i tempi di aggiornamento (ricordiamo che i suoi elenchi sono gli stessi dal 1999,ndr).

A proposito dell’annunciata revisione, abbiamo dato spazio nel tempo ad alcune proposte di aggiornamento del Nomenclatore, e ci sembrano interessanti anche le osservazioni del  GLIC (la Rete italiana dei centri di consulenza sugli ausili informatici ed elettronici per disabili) in merito all’inserimento annunciato, nel Nomenclatore aggiornato, anche di una quota di ausili tecnologici (elettronici ed informatici). 

Le analisi dalle quali si muove il GLIC partono peraltro da una considerazione che vale per tutti gli ausili di fornitura pubblica, ovvero che la corretta e migliore prescrizione dello strumento risponde a due importanti esigenze: la prima, fondamentale, di fornire all’utente le migliori risposte per la sua autonomia - che si traducono in qualità della vita- e la seconda,  in conseguenza, di realizzare un risparmio in termini di costi assistenziali. Si tratta di due obiettivi realizzabili nel momento in cui il percorso di fornitura pubblica (partendo dalla fondamentale prescrizione) faccia perno su competenza e appropriatezza. Questo significa considerare l’ausilio non come un “tributo” che il cittadino paga al cittadino disabile ma, in senso più lato, un investimento su una spesa pubblica efficiente.

Se il percorso di fornitura pubblica richiede questi punti fondamentali, ancor più l’erogazione di ausili tecnologici si caratterizza per alcune tappe fondamentali: scegliere un ausilio tecnologico, personalizzarlo, addestrare l'utente al suo utilizzo, fare un follow-up di verifica. Si tratta, sottolinea il GLIC, di un compito interdisciplinare che richiede operatori preparati, valutazioni cliniche e funzionali, psicologiche e sociali. Implica la partecipazione attiva dell’utente e della sua famiglia nel contesto di vita reale.

Su queste complesse problematiche il GLIC ha elaborato due documenti (inviati alle istituzioni regionali e nazionali preposte alla messa a punto del nuovo Nomenclatore). Ci concentriamo qui sul primo, che evidenzia la necessità di una filosofia di approccio alla fase di prescrizione degli ausili tecnologici che tenga conto della complessità di questioni da affrontare; sinteticamente si possono evidenziare questi aspetti:
- le tecnologie standard e le tecnologie ad hoc per la disabilità: oggi più che mai sono entrambe indispensabili;
- l’appropriatezza funzionale e l’appropriatezza economica: la prescrizione dell’ausilio deve tenere conto di questi due obiettivi, facendo riferimento a un mondo ampio di soluzioni tecnologiche, in continua evoluzione;
- i rischi del consumismo tecnologico: i timori e potenzialità relativi alla fornitura di ausili basati su tablet, smartphone, notebook;
- provare gli ausili prima di prescriverli: ausili complessi e innovativi richiedono valutazioni concrete prima e al di fuori del contesto del mercato;
- il problema delle gare: per fornire l’ausilio giusto la prescrizione non si deve limitare  all’ indicazione di un codice, ma contenere indicazioni tecniche e funzionali univoche e dettagliate;
- la competenza dei prescrittori sugli ausili elettronici ed informatici: il Nomenclatore dovrebbe prevedere specifiche prestazioni professionali a supporto della qualità della prescrizione.

Il documento sostiene inoltre  il ruolo dei Centri ausili indipendenti dal mercato come attori di sostegno al team prescrittivo, e auspicano una diffusione dei Centri in tutte le regioni italiane (attualmente sono otto le regioni sprovviste di Centri GLIC).

Il secondo documento è dedicato invece al modello dei Centri ausili: la loro organizzazione e le competenze che devono avere per svolgere al meglio il loro compito, i servizi (di consulenza, formativi, informativi) che devono erogare alle persone disabili ed agli operatori, la dotazione di ausili che devono possedere sia per le attività di addestramento e consulenza sia per eventuali servizi di prestito (ausilioteche), i  sistemi informativi per la raccolta, diffusione e analisi dei dati riferiti al loro lavoro ed utilissimi per la programmazione sanitaria protesica.

Per approfondire:

I documenti (Pdf):
Contributo della rete italiana dei centri ausili tecnologici circa la prescrizione e fornitura degli ausili ICT nel nomenclatore degli ausili 2016

Modello di Centro ausili

In disabili.com:
Nomenclatore tariffario fermo e i disabili sono sepolti dalla burocrazia
 
Francesca Martin

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