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In attesa che il Ministero della Famiglia e delle Disabilità inizi a lavorare, si tenta di intercettare le prime mosse del nuovo governo

L’Italia ha finalmente un nuovo Esecutivo, e ciò che tutti attendono sono politiche che contribuiscano a dare ai cittadini ossigeno, giustizia e fiducia nel futuro.
Come abbiamo visto, prima ancora della nascita del neo Governo a guida Conte, i partiti che sostengono il nuovo esecutivo (Lega e Movimento 5 Stelle) avevano messo nero su bianco alcuni intenti programmatici espressi nel cosiddetto “Contratto di Governo del cambiamento”: per quanto riguarda la disabilità si tratta di punti sui quali non solo la principale federazione italiana delle associazioni per la disabilità ha manifestato varie riserve,  ma anche gli stessi esperti di disabilità si sono espressi con analisi che mettono in luce lacune e incongruenze.

Tra le novità principali delle primissime ore del nuovo Governo c’è l’istituzione del nuovo Ministero per la Famiglia e le Disabilità, il cui reggente è il leghista Lorenzo Fontana, chiamato a gestire le questioni legate a questi ambiti. Anche sull’istituzione di questo nuovo dicastero i pareri sono contrastanti, ma si attende la sua operatività: ad esempio il presidente di Anffas, Roberto Speziale, sul nuovoministero ha dichiarato a Vita.it: “apparentemente lo possiamo leggere come finalizzato a una maggiore attenzione, ma se invece fosse una settorializzazione…”.

Per quanto riguarda la disabilità, ricordiamo che in Italia, secondo le stime dell’Istat (che risalgono al 2013) sono circa 3,2 milioni gli italiani (con più di 6 anni) con almeno una limitazione funzionale. Di questi, 2 milioni e 500 mila sono anziani. Sono quindi particolarmente attese le politiche e gli interventi che le persone disabili italiane si aspettano da questo governo, e se da un lato è prematuro fare previsioni rispetto al suo operato dall’altro si tenta tuttavia di carpire i primi segnali di rotta.
Lo ha fatto la FISH che ieri ha commentato in una nota le dichiarazioni di Alberto Brambilla, tecnico e politico di punta della Lega e già sottosegretario al Welfare in due Governi Berlusconi e poi Presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale presso il Ministero del Lavoro (2008-2012), un nome in pole position per qualche sottosegretariato nel nuovo esecutivo se non addirittura, secondo alcuni, al vertice di INPS.

La FISH commenta la lunga intervista di Brambilla rilasciata a La Repubblica di ieri nella quale veniva discussa la fattibilità della soppressione della Legge Fornero: Brambilla, riporta la FISH, ridimensiona (di molto rispetto ad altri analisti) le previsioni di spesa: basterebbero, a sua detta, 5 miliardi. Rimane comunque la sfida di dove recuperali e, contestualmente, di come garantire la copertura all’altro punto centrale nel “Contratto di Governo del cambiamento” e cioè il reddito di cittadinanza.
Secondo Brambilla 1,5 miliardi possono essere recuperati con la soppressione dell’Ape Social,  cioè quella formula di anticipazione della pensione riservata a pochissime categorie di lavoratori, e in numero già contingentato e con limiti anagrafici, fra i quali quelli che assistono familiari con gravi disabilità o che sono lavoratori con disabilità.

Ma Brambilla - continua la FISH -  propone anche un’altra ricetta (già sentita in passato) che riguarda l’assistenza: “Andrebbe unificato il corpo medico di INPS e INAIL perché vigili su invalidità e inabilità, togliendo il monitoraggio alle Regioni. Risparmiare il 4%, stanando i furbi, su una spesa da 112 miliardi annui non è fantascienza.” Precisa la FISH che Per inciso i 112 miliardi citati riguardano l’intera spesa pensionistica, mentre il 4% si dovrebbe recuperare solo dalle pensioni di invalidità civile (e sordità e cecità) e anche da quelle di invalidità per lavoro. La bizzarra unificazione del “corpo medico” di INPS e INAIL, secondo il Brambilla, dovrebbe “stanare i furbi”. Ancora per inciso: le Regioni da un pezzo non hanno più alcuna funzione di monitoraggio su quelle provvidenze. La stessa funzione concessoria delle provvidenze assistenziali è di fatto in capo a INPS da alcuni anni.

Il commento della FISh a queste dichiarazioni è serafico: Si torna quindi a parlare di “furbi”, a riproporre logiche e ricette tipiche di altre stagioni, incentrate sul pregiudizio e lo stigma, sulla spesa improduttiva di tremontiana memoria. E ricette fallimentari: INPS e Ministero del Lavoro hanno sancito in modo definitivo che i 450.000 controlli condotti nel triennio 2013-2015 hanno riportato nelle casse dello Stato solamente 13,6 milioni di euro.

Ma Brambilla mette le mani avanti anche sull’altro intento espresso dal citato Contratto - conclude la FISH -  e cioè l’aumento delle pensioni di invalidità. Ancora una volta, prevale lo stigma e il condizionale: “Sarebbe altrettanto giusto raddoppiare le pensioni di invalidità. Ma quelle vere.” Nel complesso, leggendo l’intervista rimane la netta sensazione che la Lega, riprendendo linguaggi e proposte di epoca berlusconiana, stia di fatto dettando la linea al neoministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Di Maio, e a quello della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana. Da entrambi ci si augura una presa di distanze da questo scenario tutt’altro che positivo.


Queste le prime indiscrezioni su una serie di interventi che potranno interessare oltre tre milioni di  cittadini con disabilità. Staremo a vedere.

Redazione


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