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governoIl testo, che ora verrà discusso al Senato, passa coi i voti contrari di Sel e Movimento 5 Stelle

 

E’ passato alla Camera con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari di Sel e Movimento 5 Stelle (astenuta Forza Italia) il testo del disegno di legge per la riforma del Terzo Settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (C. 2617-A). (qui, dal sito di Vita.it, il testo non ufficiale, ancora non rivisto dagli uffici legislativi di Montecitorio).

 

La riforma  è un importante passo per ridefinire il quadro normativo entro cui trovare una uniformità nel grande panorama di leggi e norme regionali che interessano questo settore il quale, lo ricordiamo, registra numeri molto consistenti, e rappresenta nella maggior parte dei casi il buono attivo della nostra società, un fulcro di energie indispensabili per il nostro Paese. Il punto cruciale rimane, ancora una volta, la copertura economica.

 

Ricordava a Vita Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera e relatrice al ddl delega sul Terzo settore, come ci siano in Italia 300.191 organizzazioni no profit (dati Istat) che impiegano 681 mila addetti e 271 mila lavoratori con contratti di collaborazione, e che contano soprattutto sull’indispensabile contributo di 4 milioni  e 700 mila volontari. È un settore in crescita: rispetto al 2001 le organizzazioni non profit sono il 28 % in più e negli anni di crisi i dipendenti sono aumentati del 39 % e i volontari del 43.
La delega ha quindi il compito di prendere in carico quattro punti cruciali: la riforma del codice civile; la costruzione e definizione di un codice del terzo settore; la riforma dell'impresa sociale e la riforma del servizio civile che diventa servizio civile universale.

 

A questa approvazione si sono susseguite dichiarazioni più o meno positive. Tra le prime, quelle del Forum Nazionale del Terzo Settore, che commenta con soddisfazione: “A meno di un anno dal suo annuncio, ci viene restituito, per questa prima parte dell'iter parlamentare, un buon testo, a riprova che la Commissione e l'Aula alla Camera hanno lavorato con grande attenzione per la Riforma e riorganizzazione di un mondo vastissimo, che interessa oltre 300mila organizzazioni, quasi un milione di lavoratori totali e oltre 4,5 milioni di volontari. Si tratta di un passaggio epocale che coinvolge l'intero Paese e non solo il nostro mondo. Auspichiamo che il successivo esame del testo al Senato possa apportare alcune migliorie legate ad alcuni aspetti gestionali ed organizzativi, anche di natura civilistica e fiscale, delle realtà di terzo settore e delle imprese sociali, ma anche a questioni relative al servizio civile, così come ad una maggiore attenzione al volontariato organizzato e alle forme più spontanee di volontariato e partecipazione dei cittadini, e infine ad una più chiara individuazione del ruolo e funzione dei Centri di servizio per il volontariato.
Aspettiamo di poter chiarire i dubbi e dare risposte alle domande su un punto nodale che è quello delle risorse disponibili. Questione che una Riforma di questa portata non può certo ignorare. Su questo e tutti gli altri aspetti continueremo a fare la nostra parte e dare il nostro contributo”.

 

Sottolinea il passo avanti del decreto sul piano (quanto mai attuale) della trasparenza, Ileana Argentin, Deputata PD: “Abbiamo approvato il disegno di legge delega di riforma del terzo settore, una norma importante e forte di tutto ciò che porta con sé: migliaia di cittadini svantaggiati e volontari, che in questo provvedimento trovano la regolamentazione per le loro preziose attività. Ce n’era un gran bisogno e sono certa che episodi come quelli legati a Mafia Capitale non si ripeteranno anche grazie allo scudo di questa legge. Auspico ulteriori aggiustamenti in Senato”, aggiunge, “che possano contribuire a garantire la trasparenza per le imprese sociali."

 

E’ invece una stroncatura senza appello quella da parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle: "Il nostro voto contrario alla Legge Delega sul Terzo Settore nasce dalla critica che abbiamo rivolto fin dall’inizio alla visione di questo provvedimento, che demanda funzioni primarie dello Stato a soggetti privati, sovvenzionati con fondi pubblici, finanziarizzando i bisogni e stravolgendo, con la ripartizione degli utili, la logica volontaristica e senza fini di lucro del comparto. Il tutto in assenza di adeguati strumenti di vigilanza e controllo, che pure abbiamo chiesto a più riprese. Evidentemente non vogliono che qualcuno ficchi il naso nella mangiatoia pubblico-privato nella quale stanno trasformando il Terzo Settore”. Continua la nota “(…): Noi vogliamo la promozione del Terzo Settore, migliorando e la normativa e regolando la galassia nella quale è parcellizzato il comparto. Non smantellarlo, snaturarlo o, addirittura, o renderlo la stampella di uno Stato inefficiente, come Renzi sta facendo. I servizi essenziali devono essere garantiti dallo Stato: non è accettabile che una onlus si sostituisca a una ASL così come non lo è che una cooperativa  rimpiazzi  le funzioni di un comune.
Ben vengano le cooperazioni, le integrazioni, tutto ciò che può contribuire a migliorare i servizi per i cittadini, ma mai deve accadere che lo Stato arretri e si limiti semplicemente a pagare, per dei servizi che dovrebbe erogare lui stesso. E’ un insulto alla nostra Costituzione”.

 

Ora il testo passerà al Senato.


Per approfondire:

 

Il testo non ufficiale (dal sito Vita.it)

In disabili.com:

 

Mattarella sul volontariato, i giovani, le persone con disabilita'

Volontariato: i giovani, una risorsa da valorizzare e indirizzare

Redazione

 

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