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soldi: banconoteCensis: 12,2 milioni di italiani hanno aumentato il ricorso alla sanità a pagamento

Il 50% degli italiani ritiene che il ticket sulle prestazioni sanitarie sia una tassa iniqua, il 19,5% pensa che sia inutile mentre il 30% lo considera necessario per limitare l'acquisto di farmaci. Il 56% dei cittadini ritiene troppo alto il ticket pagato su alcune prestazioni sanitarie, mentre il 41% lo reputa giusto. Sono questi i dati che emergono da una ricerca di RBM Salute-Censis "Scenari evolutivi per il welfare integrativo".

Negli anni della crisi per curarsi 12,2 milioni di italiani hanno aumentato il ricorso alla sanità a pagamento. La ragione principale è la lunghezza delle liste d'attesa (per il 61,6%) e la convinzione che se paghi vieni trattato meglio (per il 18%). La fuga nel privato riguarda soprattutto l'odontoiatria (90%), le visite ginecologiche (57%) e le prestazioni di riabilitazione (36%). Il 69% delle persone che hanno effettuato prestazioni sanitarie private reputa alto il prezzo pagato, mentre al 27% è capitato di constatare che il ticket per una prestazione sanitaria era superiore al costo da sostenere nel privato, pagando tutto di tasca propria.

Di fronte ad uno scenario sempre meno garantista per la salute sul piano dei servizi pubblici viene da chiedersi: come siamo arrivati a questo punto? Ce lo spiega un dossier di Quotidiano Sanità che ha analizzato i numeri forniti dalle Regioni in due volumi in cui vengono ricostruiti i percorsi e gli stanziamenti di tutti i fondi che riguardano le politiche di welfare: Fondo nazionale Politiche sociali, Fondo per le Politiche della Famiglia, Fondo per le Pari opportunità , Fondo per le Politiche giovanili e il Fondo per le non autosufficienze.

FONDO NAZIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI - Il Fondo Sociale, destinato a finanziare i piani regionali e locali di servizi alla persona rivolti all'inclusione dei soggetti in difficoltà e delle loro famiglie, ha visto dal 2004 ad oggi un decremento del 77.8%, passando da 1,884 miliardi di euro a 344,17 milioni per il 2013, toccando il minimo dei 43,7 milioni nel 2012.
 
FONDO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA - Il Fondo, istituito dalla legge 248/2006 con un iniziale stanziamento di fondi pari a di 3 milioni di euro per l'anno 2006 e di dieci milioni di euro a decorrere dall'anno 2007, integrati dalle leggi finanziarie che si sono susseguite fino alla quota di 245 milioni di euro, ha visto, a partire dall'anno successivo, una rapida discesa dei fondi destinati. Per il 2008 sono infatti stati stanziati 173,13 milioni, diventati 25 milioni nel 2011, scesi ulteriormente a 10,8 milioni nel 2012 e arrivati a zero per il 2013.

FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE - Il Fondo, istituito dalla legge finanziaria del 2007 e finalizzato a garantire l'attuazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) su tutto il territorio nazionale, ha visto stanziamenti altalenanti che sono andati dai 100 milioni di euro 2007 ai 275 milioni del 2013, passando per i 300 milioni del 2008, i 400 milioni del 2009 e 2010, i 100 milioni del 2011, tutti però dedicati a pazienti affetti da SLA e il mancato stanziamento di fondi del 2012.

Dall'analisi complessiva dei fondi presi in esame risulta che, dal 2008 al 2013, le risorse economiche destinate alle Regioni sono passate da 1,231 miliardi i 575 milioni, con un calo del 53,3%.


PER APPROFONDIRE:

http://www.censis.it
http://www.quotidianosanita.it


IN DISABILI.COM:

IL GOVERNO AL LAVORO PER EVITARE L'AUMENTO DEI TICKET SANITARI

COMPARTECIPAZIONE SPESE SANITARIE: IL REDDITO DEI FAMILIARI INCIDE O NO?


Alessandra Babetto


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