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"Rottura dei rapporti istituzionali con il Governo".
E' la comunicazione che le istituzioni locali hanno fatto pervenire, ma sembra di leggere un bollettino di guerra.
E poco ci manca in effetti.
In guerra sono tutti gli enti e i singoli che operano nel campo delle politiche sociali.
A livello politico significa tutte le Regioni, i Comuni, le Province e le Comunità montane, unite contro la mancata erogazione della seconda tranche del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per l’anno 2005.
Vuol dire 50% in meno per le politiche sociali.
Praticamente il blocco del sistema di welfare locale.
Un rischio troppo importante per non giocarsi fino in fondo.
Ecco perchè il 26 ottobre, a Roma, è stata organizzata una iniziativa nazionale sull'emergenza delle Politiche Sociali. Appuntamento presso la sala Capranica, in Piazza Capranica, 101 (vicinanza Montecitorio). Non appena sarà disponibile il programma dell'iniziativa di protesta la segnaleremo nella nostra sezione Agenda.

Cerchiamo di entrare meglio nella questione, sentendo il parere di alcune istituzioni.
Il coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni Antonio De Poli ha affermato: "Siamo delusi, ma al tempo stesso fermi. Le risorse della seconda tranche del Fondo sociale non possono venire a mancare, si devono trovare, è primario l'intervento per i cittadini ed è una questione al di fuori dei colori di appartenenza politica".
E spiega la situazione: "le risorse destinate nella Finanziaria per l’anno corrente registrano un ‘buco’ di 500 milioni di euro, dovuto a versamenti pregressi all’Inps da parte del Fondo stesso, che aveva una dotazione di 1 miliardo di euro, più un 2%, da poter essere distribuito ai soggetti pubblici locali che si occupano del sociale, primi tra i quali le Regioni. Finora, non c’è stata risposta positiva alle richieste di reintegrare il fondo chiesto dalle Regioni ormai da mesi e sulle quali c’erano state solenne promesse di molti Ministri".

Tra i commenti anche quelli di alcuni presidenti di regione.
Dice Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata: "sono gravissime le ripercussioni sui servizi che le Regioni e gli enti locali offrono alla parte più debole della società, agli anziani, ai minori ed ai disabili. Come ha rilevato la stessa Corte dei Conti, la finanziaria si ripercuote sulle Regioni in modo diverso, penalizzando particolarmente il Mezzogiorno". Ma a nord non va molto meglio, come dice Giancarlo Galan, Presidente della Regione Veneto: “Questa improvvisa minaccia di dimezzare il Fondo Sociale Nazionale 2005, se dovesse sul serio verificarsi, intaccherà servizi che noi tutti riteniamo socialmente indispensabili”.

Una mancanza di lealtà istituzionale da parte del governo che ha portato ad una grave rottura tra le parti. Racconta ancora Antonio De Poli: "Abbiamo interrotto l’ultima Conferenza Unificata a Roma, concordando con gli altri enti locali di bloccare tutti i lavori fino a quando non arriveranno i fondi che erano stati confermati già da fine luglio. Ci sono anziani, minori, disabili, ceti disagiati da sostenere con varie formule. Dobbiamo proseguire e completare i programmi nel sociale che ci siamo dati". Purché ce ne sia la possibilità, sembra ovvio. Almeno al buon senso.

L’iniziativa nazionale di Roma del 26 ottobre, cui partecipano regioni, province e comuni di destra e di sinistra, è davvero un appuntamento da non mancare per tutti i soggetti che operano nel settore dei servizi sociali.
Per dare un forte segnale di presenza e di coscienza.
Sentiamoci coinvolti.

INFO:

Il sito della conferenza delle regioni e delle province autonome, capofila della protesta.

L’evoluzione della vicenda Fondo Sociale dal marzo 2003 in poi.

La sezione "istituzioni" di Disabili.com

Altri articoli che parlano del Fondo Sociale:
GLI ASSESSORI REGIONALI ALLE POLITICHE SOCIALI CONTRO I TAGLI PREVISTI NELLA NUOVA FINANZIARIA

DALLA FINANZIARIA 197 MILIONI PER ANZIANI E DISABILI


[Alberto Friso]

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