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"E' il disoccupato, oggi, la persona che più di altri rischia di rimanere ai margini: sentirsi inutili crea una sofferenza che può portare anche alla malattia psichiatrica. Di fronte a forme di disagio come queste, la cooperazione sociale diventa una risorsa che va sostenuta: offre lavoro a persone che non hanno probabilmente altre opportunità". E' l'appello che Antonio Zamberlan, Presidente della cooperativa sociale "Alternativa Ambiente" di Vascon di Carbonera (TV), ha fatto durante il convegno "Altre voci 2. Salute mentale: quale comunità?", organizzato per dare spazio a chi vive il disagio della malattia mentale, a chi ne soffre ma anche ai familiari, attraverso la condivisione di idee, esperienze e proposte.

Zamberlan ha dimostrato questa sua idea raccontando di "Alternativa Ambiente", un'esperienza iniziata con tossicodipendenti e carcerati; il progetto si è poi allargato e dal 1999 dà lavoro anche a pazienti psichiatrici, impiegati nella manutenzione del verde pubblico per conto di alcuni Comuni.
"Quasi una scommessa, assieme all'Ulss 9 che ci aveva proposto l'esperimento: ha funzionato e fino ad oggi sono 60 i malati passati da qui. Di questi, 18 sono stati inseriti nella cooperativa, a libro paga come gli altri, e 4 hanno trovato un lavoro all'esterno. Oggi queste persone rappresentano il 20% dei nostri soci lavoratori e nel 2004 hanno prodotto un fatturato di circa 600 mila euro".
Ha parlato con le cifre Zamberlan, a significare che il lavoro è davvero uno dei più potenti strumenti di recupero e di promozione del malato psichiatrico, con benefici sull'intera società. Una convinzione condivisa dagli altri ospiti del convegno: il dottor Giuseppe Guido Pullia, direttore del Dipartimento di salute mentale dell'Ulss 9 e il sociologo Ulderico Bernardi.
Che il lavoro fosse un elemento fondamentale per l'integrazione del disabile all'interno della società non è del resto cosa nuova. E questa esperienza rappresenta una ulteriore conferma. Una integrazione che coinvolge non solo il disabile, ma anche coloro che lo circondano: molti esperti presenti al congresso hanno infatti sottolineato la necessità di una relazione profonda tra il malato e la famiglia con il territorio, per sconfiggere diffidenze e paure riconoscendo la diversità dell'altro e accogliendo il suo contributo personale.

Promosso da Progetto Ulisse onlus, Associazione di volontariato per la salute mentale di utenti, familiari e volontari, il congresso è giunto alla seconda edizione, a due anni di distanza dalla precedente, proficua esperienza.
Per saperne di più, vai al sito dell'Associazione Progetto Ulisse onlus

Cooperativa Sociale Alternativa Ambiente

Ulss 9 di Treviso

RISCATTARSI IN FATTORIA: DIDATTICA, NATURALMENTE!

MIRARE IL POSTO DI LAVORO!

IL DRAMMA DELL'INDIA, DOVE CI SONO 23 MILIONI DI MALATI MENTALI

[Francesca Lorandi]

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