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Non mancano i commenti dopo la manifestazione di Regioni, Province, Comuni e Comunità montane del 10 novembre contro il taglio del Fondo Sociale Nazionale.
A mancare sono le decisioni politiche del governo che tengano presente le rivendicazioni della vasta base civile formata da tutti gli enti locali, i sindacati e dalle associazioni ed enti privati che difendono i diritti dei settori più deboli della società.

Vale la pena di dare direttamente la parola ai nostri amministratori, impegnati in questa dura battaglia. Ad aprire la manifestazione è stato il responsabile della Commissione per le politiche sociali delle Regioni Antonio De Poli: "Le politiche sociali non hanno colori, non hanno appartenenze di parte, valgono per le persone. Io dovrei essere in imbarazzo, poiché faccio parte di una regione del centro destra ma invece rappresento le politiche sociali che non possono tornare indietro rispetto a quanto fatto in questi anni. Perciò aspettiamo la risposta del Governo in merito al decurtamento di 500 milioni di euro del Fondo sociale 2005 perché non possiamo fare a meno di risorse che le Regioni e i Comuni hanno già impegnato. Ho ancora una speranza: almeno abbiano la coscienza di dirci cosa dobbiamo fare per riconoscere i diritti e la dignità di noi tutti ma soprattutto delle fasce più deboli della nostra popolazione".

A De Poli fa eco il Presidente dell'Unione Province d'Italia (Upi), Fabio Melilli: "Questa è una politica che non paga, che mina la coesione sociale indebolisce il Paese. Siamo costretti ad alzare il tono della protesta sperando che in questi ultimi pochi giorni a disposizone nel Governo si accenda un barlume di saggezza e si decida di restituire i fondi che erano stati destinati al sociale, e che sono già stati spesi. Nell'ultimo incontro a Palazzo Chigi  il Presidente del Consiglio si era preso un impegno personale a cercare di risolvere la questione e a richiamarci quanto prima. Ad oggi ancora non è successo: si possono prendere impegni e poi sparire nel nulla?"

Se dal Governo non arrivano segnali di decisioni importanti, Regioni, Comuni, Province e Comunità montane non stanno certo con le mani in mano. E rilanciano con due proposte, presentate dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. "La prima iniziativa è verso il presidente del Consiglio per chiedere, rispetto all'impegno personale assunto, una risposta in tempi rapidissimi sulla grave questione che ci allarma e sugli effetti sui cittadini del taglio del Fondo sociale. Per noi è una questione che non può che trovare una risposta positiva con il reperimento dei 540 milioni mancanti per corrispondere agli impegni. La seconda iniziativa la prenderemo verso il presidente della Camera - considerando che il Senato chiuderà entro breve la votazione sulla Finanziaria - e con i capigruppo parlamentari di maggioranza e opposizione per segnalare la grave situazione e per dire che non si è realizzato il confronto per la discussione di merito sul maxiemendamento come ci era stato assicurato. Su questi temi - ha concluso Errani - cercheremo di coinvolgere tutte le forze politiche".

Questo sul fronte delle rivendicazioni dirette, ma non mancano le letture politiche della situazione, che non nascondono scenari di assoluta emergenza, se non si farà fronte con le decisioni di questi giorni. Dice ancora il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: "E' in atto un processo di impoverimento grave della società italiana, e non c'è sistema di comunicazione del governo che possa nascondere il fatto che migliaia di persone faticano ad affrontare la loro esistenza. Con il taglio alle spese sociali si mettono in discussione le politiche di coesione di questo paese. Ci sono enti locali che non riusciranno a contenere le emergenze di povertà. Territori, specialmente al Sud, dove mafia e n'drangheta sono l'unica risposta a questi problemi, perchè c'è l'assenza dello Stato".

Attendiamo trepidanti le prossime ore. Intanto la finanziaria è passata al Senato: il prossimo passaggio alla Camera sarà decisivo per poter riaprire qualche spiraglio di trattativa.
Da parte nostra l'appuntamento è a Roma, 15 novembre, manifestazione di protesta della FISH, di cui trovate gli estremi e le info per partecipare a questo indirizzo.

INFO:

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[Alberto Friso]

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