Menu

Tipografia
“Finanziaria e Handicap. Tante risorse per una risorsa”, promosso dall’Associazione “Difendiamo il futuro”, s’intitolava così il convegno tenutosi a Torino nelle scorse settimane. Un appuntamento al quale ha partecipato, in veste di presidente della suddetta Associazione, ma anche in quanto genitore di un ragazzo disabile, Donato Parrino. E ancora: Marina Cometto, madre di una ragazza disabile, Piero Bonello, imprenditore, e alcuni rappresentanti politici della Regione Piemonte. L’incontro si prefiggeva, tra i suoi diversi obiettivi, quello di far conoscere la realtà dei disabili, nei singoli aspetti della loro vita quotidiana e delle loro famiglie, in relazione soprattutto a quello che può essere il loro inserimento nel mondo del lavoro, tenendo conto che devono essere considerati una risorsa per la società civile. Sono state avanzate anche delle proposte di legge, proprio in virtù del fatto che il mondo dell’handicap deve essere considerato non come un mondo da emarginare, ma come una realtà da integrare con la realtà quotidiana delle persone cosiddette normali.Queste proposte di legge riguardano, tra le altre, il mondo dell’istruzione, dei trasporti pubblici, delle strutture socio-assistenziali, e dell’occupazione. Notizia di questo incontro ci è stata fornita da uno dei relatori, Piero Bonello, che ci ha raccontato la sua esperienza personale d’imprenditore.Quattro anni fa ha deciso di assumere nella sua azienda metalmeccanica nel Torinese due lavoratori disabili, e ha già in progetto l’assunzione di un terzo lavoratore, per ora in prova. La sua iniziativa gli è stata dettata dalla propria coscienza di cattolico praticante. La sua decisione di assumere una persona disabile, quando ancora non era in vigore la Legge 68/99, che si propone di promuovere l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato, può essere interpretata come una sfida personale. Piero Bonello ha sicuramente seguito la sua coscienza e, come lui stesso ha sottolineato, non è stato creato un lavoro specifico mirato all’inserimento della persona disabile all’interno della catena lavorativa: avrebbe altrimenti rischiato di incorrere in una sorta di pietismo o di compromessi inutili. La sua preoccupazione iniziale non è stata nemmeno quella di chiedersi quanto potesse rendere, in termini economici, la persona disabile: l’utilità sociale aveva solo fini prettamente umani. Il valore più importante da rispettare, infatti, è la dignità della persona disabile in quanto tale, che deve potere sentirsi ed essere utile, un motivo di benessere che non va trascurato.Quella di Bonello è sicuramente un’esperienza positiva, che merita di essere resa nota e presa ad esempio. Chi volesse avere ulteriori informazioni sull’Associazione, si può rivolgere ad Alberto Mina – tel. 011/4400111.

Vera Zappalà


vera@disabili.com

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy