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95,79%. Che banalizzato vuol dire "quasi tutti". Il problema è che il dato si riferisce agli iscritti alle liste di collocamento obbligatorio che non stanno lavorando. Il che la dice lunga su quanto indietro sia l'attuazione della legge 68, buona finchè si vuole, ma non sostenuta a sufficienza da mostrare i suoi frutti.

A sollevare il coperchio del pentolone è l'Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro (ANMIL), che non ci sta.
E che si sta facendo valere per sollevare il caso con le autorità competenti.
Sia facendosi ricevere dalla Commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato della Repubblica, sia con picchetti di protesta davanti al Ministero del Welfare.
“Non concederemo tregue al governo. Andremo avanti fino a quando non vedremo esiti concreti e positivi alle nostre rivendicazioni”. A dichiararlo fermamente è il presidente nazionale ANMIL Pietro Mercandelli, nell’annunciare la ripresa della protesta.
"Avevamo dato fiducia al Ministro del Lavoro Maroni  - spiega Mercandelli – ma siamo stati presi in giro".

E intanto l'ANMIL si è fatta portavoce della penosa situazione lavorativa globale dei disabili italiani presso l'11a Commissione del Senato.
L'audizione ha permesso di mettere sul tavolo i tanti nodi irrisolti. Così il vicepresidente nazionale Zoello Forni nel presentare la situazione: “il tema del lavoro meriterebbe una sua specificità proprio perché, in paesi come l’Italia, esso è centrale nell’ordinamento costituzionale. Per questo, da anni, l’ANMIL ha più volte chiesto maggiori risorse, ed interventi più mirati per consentire l’attuazione della legge 68, che non va sacrificata sull’altare della competitività. Non si può essere soddisfatti, infatti, di un meccanismo che lascia disoccupati il 95,79% degli iscritti al collocamento obbligatorio”.
Sotto accusa il mancato coinvolgimento delle Regioni e dei servizi per l'impiego, che di fatto rende l'intervento pubblico mera assistenza, senza nemmeno il tentativo di valorizzare le residue capacità lavorative delle persone disabili.

“La strada più giusta da seguire - secondo il Direttore generale Sandro Giovannelli - è quella di un’analisi obiettiva della possibilità di successo dell’integrazione, favorendo quei casi che possono essere portati o riportati sul lavoro in modo più rapido ed economico. Inoltre l’intervento dello Stato deve fornire i mezzi per la formazione ed il collocamento mirato dei soggetti con difficoltà più gravi e persistenti. Se gli incentivi saranno meglio presentati e fatti conoscere alle aziende, allora il diritto al lavoro dei disabili diventerà un dato di fatto, valutabile in base all’efficacia di progetti di inserimento in grado di superare le difficoltà e di ripristinare la capacità lavorativa”.

INFO:

Lo Speciale Collocamento Obbligatorio 

Altre iniziative proposte dall'ANMIL per tener desto il problema lavoro:

C'E' URGENZA DI FARE LA PACE CON IL LAVORO 

DIRITTO AL LAVORO, C'E' UNA BUONA NOTIZIA 

75000 FIRME PER LA SICUREZZA SUL LAVORO 

DONNE, L’ALTRA META’ DEL CIELO E DEL… LAVORO 


[Alberto Friso]

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