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speciale diversity management

Dall’inizio degli anni 2000, con le direttive UE 43/2000 e 78/2000, l’UE ha incentivato e favorito l’adozione delle carte per la diversità all’interno delle imprese, con l’obiettivo di fornire uno strumento concreto per gestire le risorse umane in una prospettiva di sviluppo, in base alle competenze, all’esperienza, al potenziale professionale delle singole persone. L’UE finanzia tuttora progetti che promuovono la diversità nei settori pubblico e privato, a supporto della diffusione delle diversity charter.

La carta è un breve documento di carattere nazionale sottoscritto volontariamente da alcune imprese, contenente dichiarazioni d’intenti sulla promozione delle diversità e uguali opportunità nei luoghi di lavoro, indipendentemente da alcune caratteristiche, quali l’età, la disabilità, il genere, l’etnia, la religione o l’orientamento sessuale.

La diversity charter italiana si concentra quasi esclusivamente sull’antidiscriminazione di genere, il termine “parti opportunità” all’interno del suo testo, infatti, rappresenta un richiamo più alla differenza tra uomo e donna che a qualsiasi altra diversità.

In generale, essendo le diversity charter strumenti adottati in modo volontario dalle organizzazioni, pagano una sostanziale debolezza di efficacia, perché chiaramente vengono adottate dalle imprese più sensibili ai temi della diversità, che esprimono già una cultura aperta e tollerante.
Più difficile risulta la diffusione capillare di questo strumento tra le grandi, medie e piccole imprese che non ritengono strategica la loro adozione e non ne percepiscono alcun vantaggio.

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