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Martina, piccola Gallaratese, punta di diamante della scuola Shiatsu Do di Milano, mi incontra e mi racconta del suo recente tuffo nel mondo del lavoro

Martina ha le mani piccole e caldissime. Calda è anche l'accoglienza che mi regala appena ci incontriamo sulla porta: oggi sarà la mia terapista Shiatsu.

Dell'accademia che frequenta, a Milano, Martina è una punta di eccellenza; al terzo anno si scontra con un tirocinio formativo che spesso incute timore, ma che lei affronta con lieta serenità.
E' un po' difficile - mi dice - perché bisogna conoscere bene i corpi e le loro caratteristiche. I corpi sono tutti diversi."
A differenza di tante sue coetanee, Martina ha fra le mani la promessa di un lavoro già a fine stage e ciò dimostra il suo valore, la sua competenza, la sua grandissima dote nel sentiero che ha scelto di intraprendere. Quando le dico che secondo me ha trovato la sua strada, sorride e le si illumina il volto.

Mi devi dire se senti dolore, quando ti tratto, che non bisogna sentirlo, mi raccomando. Se ti fa male va cambiato il trattamento” mi spiega. Durante il massaggio si parla ben poco.  Martina ha scelto una musica molto rilassante che mi mette in pace col mondo ed io colgo l'occasione per fare una cosa che non faccio poi così spesso: ascolto il mio corpo muoversi come fosse una barchetta che Martina trascina verso la propria energia.
Durante un massaggio Shiatsu il massaggiatore utilizza tutto il suo corpo, talvolta sfiorando e talvolta utilizzandone il peso. Ho tutto il tempo per godermi il momento e pensare a quanto sia benefico per il corpo di una persona con problemi motori ciò che Martina sta studiando con tanta dedizione.

massaggio shiatsu lila martina
Mi lascio trasportare dal flusso dei pensieri, non faccio caso al tempo che passa e quando la porta viene delicatamente aperta per annunciare la fine della seduta ci rimango male, come se la bolla di incantesimo nella quale ero avvolta fosse scoppiata d'un tratto, fra brillantini e profumo di zucchero filato (quello appartiene a Martina). Usciamo dalla sala massaggio e si rilassa anche lei, mi racconta di sé.  “E' importante far fluire l'energia nel modo giusto, altrimenti il corpo della persona che si fa trattare non riceve beneficio. Non è solo un movimento di mani”. Non potrebbe avere più ragione, dice il mio corpo, rigenerato da un'ora di coccole.
Poi aggiunge: “La scuola è stancante, perché è a Milano e non è facile da raggiungere, ma è così bella che credo di aver davvero trovato la mia strada.”

Incontro anche la professionista che aiuta Martina ad avere lo spazio per le proprie clienti, e si mostra entusiasta della sua piccola, grande collaboratrice. Mi racconta di una giovane ragazza che ha della stoffa. “Mi è piaciuta da subito: la sua spontaneità, la gioia con la quale lavora, il modo in cui parla con le sue clienti: una formazione di classe, una persona da valorizzare e che è bello avere vicino come parte della stessa squadra”.

Si esalta, Martina, quando le spiego che scrivo articoli per un giornale: “Che bel lavoro! Ma io posso farti qualche domanda?” Si sbilanciano i ruoli e si invertono: mi piace!
Quanti anni hai? Sei sposata? Ti piacerebbe avere dei bambini? Hai fratelli?
L'ago della bilancia si è spostato e non siamo più terapista e cliente. Ho trovato un'amica.
Diciassette anni appena ed il vento del futuro che soffia sulle sue vele: oh, ma ho dimenticato di dirvi che Martina è una ragazza con sindrome di Down.

...è importante?

In disabili.com:
Che ne è della persona adulta e anziana con Sindrome di Down?

Ho la Sindrome di Down: ecco come mi vedo. Tu come mi vedi?

Lila Madrigali

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