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Togliere i portatori di handicap dai Ceod, i Centri di ospitalità diurna, ed inserirli in azienda.
Un obiettivo che l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Veneto persegue con tenacia.
Con la Delibera n. 3787 del 20 dicembre 2002, sono state fornite specifiche indicazioni in materia di progetti di integrazione sociale in ambiente lavorativo per i disabili gravi.
Per la prima volta, forse in Europa, qualcuno si preoccupa di trovare un posto di lavoro, anche se non produttivo, per quei disabili gravi, inabili proprio al lavoro.
Cosa significa? Significa, che grazie ai Sil, i Servizi di Integrazione Lavorativa delle Ulss, la Regione si impegna a collocare in azienda le persone con disabilità grave.
Alle imprese non spetta alcun onere, se non quello di ospitare il disabile e di cercare di farlo integrare il più possibile con l'ambiente.
Il costo del disabile è a carico infatti dell'Ulss, insomma un modo per non isolare i disabili gravi che, se anche non hanno capacità produttiva, comunque possono fornire un seppur minimo contributo all'attività di lavoro.
Un progetto che offre delle possibilità a tutte quelle persone affette da disabilità psichica, altrimenti dimenticate.
Il contatto con un ambiente di lavoro "normale" non può che favorire l'integrazione sociale del disabile.
Significa offrirgli un'ulteriore possibilità per non sentirsi fuori dal mondo.
Sono molte le persone disabili che, per la loro situazione di gravità, riescono solo parzialmente ad inserirsi nel contesto lavorativo e che, alla luce degli strumenti attualmente offerti dalla legislazione, non possono essere assunti e quindi trovare una collocazione definitiva al sistema produttivo.
Nel 2002 sono stati 700 i disabili gravi che attraverso i SIL hanno sperimentato il collocamento in azienda assistito.
Il risultato è stato una diminuzione al ricorso dei CEOD, ma soprattutto un incremento della capacità di relazione e di livello di autonomia dei disabili coinvolti nell'esperimento.
L'ammissione della persona disabile a questo tipo di percorso è subordinata a:

  • possesso della certificazione di invalidità civile e da accertamenti medico legali, che attestino la sussistenza di capacità complessive, che possono essere utilmente impiegate in progetti di integrazione sociale in ambiente lavorativo gestiti dall'ULSS;
  • valutazione dell'UMVD che evidenzi l'opportunità di attivare un percorso d'integrazione sociale in ambiente lavorativo, di norma successivamente alla sperimentazione di percorsi formativo-addestrativi, che abbiano evidenziato l'impossibilità di un collocamento;
  • condivisione del progetto da parte della persona interessata e della famiglia.

Vediamo ora come si attua il progetto, una volta che il disabile è stato ammesso.
Viene definito un programma individualizzato che coinvolge la famiglia, l'ambiente di lavoro e altri servizi, che intervengono a sostegno del progetto di vita della persona disabile.
A questo punto, viene individuato anche l'ambiente lavorativo idoneo e accogliente, in grado di offrire ruoli sociali attivi e attività adeguati alle esigenze ed alle capacità della persona.
Viene quindi stipulata la convenzione tra Azienda Ulss, l'Organizzazione Ospitante e la persona, che non configura un rapporto di lavoro, ma prevede la possibilità di erogare alla persona disabile un sussidio.
Inserita la persona c'è un monitoraggio continuo della sua integrazione nell'ambiente lavorativo.

INFO
ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI VOLONTARIATO E NON PROFIT

Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901
30123 Venezia
Tel. 041 2792881 - 2792882
Fax 041 2792883
E-mail ass.politichesociali@regione.veneto.it
Sito web www.venetosociale.it/assessorato

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