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Nei giorni scorsi Niccolò Bizzarri, un ventunenne con disabilità affetto da sindrome di Duchenne, è caduto dalla sua carrozzina percorrendo il selciato sconnesso di Piazza Brunelleschi, a Firenze: una buca lo ha sbalzato a terra, dove ha battuto la testa. Le sue condizioni non sembravano preoccupanti,  ma alcune ore dopo il ragazzo è morto per un arresto cardiaco.

Non è ancora chiaro se ci sia una correlazione diretta e relazione di causa tra la caduta (in conseguenza del quale era stato portato al pronto soccorso) e la crisi cardiaca che l’ha portato alla morte in serata, e su questo ora dovrà indagare la Procura, che ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo, e ha disposto l'autopsia sul corpo di Niccolò.Tuttavia una riflessione è necessaria, e riguarda il diritto alla mobilità e alla sicurezza che tutti i cittadini – disabili compresi – devono vedersi riconosciuto, fin dalla propria quotidianità: fin dal marciapiede sotto casa.

Commenta così la vicenda Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap: “Nell’esprimere la nostra vicinanza alla famiglia – commenta – vogliamo manifestare la nostra preoccupazione per le condizioni di vita di tante persone con disabilità. Il diritto all’inclusione e alla vita indipendente transita attraverso molti requisti fra loro intrecciati. Uno di questi è poter circolare liberamente e in sicurezza, senza timore per la propria incolumità, nelle nostre città, nei luoghi delle nostre collettività. Al contrario troppo spesso le nostre città non sono solo percorsi ad ostacoli, spesso punteggiati da barriere e impedimenti, ma diventano anche occasioni di maggior pericolo per i pedoni più fragili, per gli anziani, per le persone con disabilità. Gli interventi di manutenzione e di recupero non vanno ricondotti solo alle grandi opere, alle infrastrutture imponenti, ma anche a tutti i percorsi che abbiamo attorno a casa, che ci sono più familiari, che sono alla base delle nostre relazioni umane, di studio, di lavoro, di salute, di tempo libero. Sono interventi di civiltà, che prevengono drammi come quello di Firenze e che sono occasione di inclusione.”