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sordità   Sordi perché per anni hanno lavorato nei cantieri del tratto fiorentino dell'Alta velocità e i rumori hanno ulteriormente danneggiato il loro udito già compromesso.
La Procura della Repubblica di Firenze ha ricevuto in questi giorni due inchieste per ipoacusie professionali. Si vanno a sommare ad altre sei inchieste del tutto similari arrivate dell'ufficio del procuratore a partire dal 2008. Riguardano in tutto otto operai che hanno lavorato per la Cavet, il consorzio che ha realizzato la tratta ferroviaria tra Firenze e Bologna, impiegati nella realizzazione di gallerie naturali. I tecnici della prevenzione e i medici del lavoro della Asl 10 hanno riscontrato su di loro un aggravamento dell'udito nell'arco di tempo che va dal 1997 al 2005 circa. I medici hanno messo a confronto le analisi audiometriche di oltre 40 operai realizzate a distanza di un anno l'una dall'altra: in 8 casi hanno evidenziato un aumento dell'ipoacusia e sono riusciti a individuare nel lavoro svolto all'interno delle gallerie la causa del danno all'udito.

Alcuni operai hanno problemi tali da dover leggere il labiale per capire cosa sta dicendo una persona di fronte a loro. Per ognuno di loro la Asl ha aperto un'inchiesta poi consegnata al Procuratore capo di Firenze al quale è stato chiesto di unificare i vari fascicoli in un unico procedimento penale. L'accusa nei confronti del datore di lavoro è grave: lesioni personali colpose, ossia l'applicazione dell'articolo 590 del codice penale. Sul caso di questi otto operai dovrà indagare il team di giudici della Procura dedicato proprio alla salute e all'igiene del lavoro. I giudici dovranno capire anche come mai non sono bastati gli strumenti di prevenzione: tutti gli operai hanno infatti detto di aver sempre indossato le cuffie di protezione e gli inserti auricolari e di aver seguito corsi di formazione e aggiornamento su come difendersi dagli infortuni. Ma qualcosa non ha funzionato: il rumore assordante prodotto da escavatori, perforatori, compressori, saldatrici, gruppi elettrogeni, esplosivi per demolire la roccia, impianti di aerazione è riuscito a penetrare dentro le protezioni auricolari e a danneggiare il loro udito.
Una segnalazione è stata inviata anche al Ministero, che è l'organo di vigilanza sugli strumenti di prevenzione degli infortuni perchè valuti se i caschi hanno le caratteristiche per le quali sono state vendute e quindi se il datore di lavoro era in buona fede nel fornirli ai propri dipendenti.

FONTE: La Nazione

[Redazione]