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paolo_ravasinMILANO - «Dico no all’alimentazione artificiale. No all’accanimento terapeutico. Ci penso tutti i giorni, sarei felice d’incontrare un medico che mi togliesse il tubo, che mi facesse l’iniezione per addormentarmi e togliermi il tubo. Ma io non conosco nessun dottore che lo possa fare. Amici e fratelli non trovano il coraggio». Paolo Ravasin, 48 anni, malato di Sla, davanti alle telecamere Vanguard di Current, aggiunge un ulteriore appello al suo testamento biologico che ha affidato al web, col sostegno del sito lucacoscioni.it e radioradicale.it.

Oggi, 16 febbraio alle ore 21.10, su Vangard TV si andrà in onda il terzo appuntamento del ciclo internazionale Vanguard Human Rights affronta il tema dell’eutanasia con un reportage firmato dalla giornalista Roberta Zunini. Ideato e prodotto da Davide Scalenghe, che conduce da studio, Vanguard HR si concentra su controversi casi di violazione dei Dritti Umani: al centro di questa puntata c’è la «questione sensibile» del Diritto all'Autodeterminazione della Persona. Un diritto ribadito in Italia su base Costituzionale dalla Magistratura con le sentenze relative ai casi di Eluana Englaro e di Pier Giorgio Welby. Un tema complesso, che continua a dividere l’opinione pubblica e infiamma il dibattito tra le più alte cariche: è di pochi giorni fa il monito del Papa che frena lo Stato a legiferare su questioni bioetiche, ribadendo la vita come diritto inalienabile. E nel giorno in cui Povia a Sanremo presenta l’annunciata canzone dedicata a Eluana Englaro, Current con il reportage: «Eutanasia, tutta la verità » filma il dibattito nel vivo, lasciando che siano medici, giuristi, legislatori a tracciarne i confini. Roberta Zunini raccoglie le testimonianze di Paolo Ravasin, Beppino Englaro, del costituzionalista Stefano Rodotà , dell’onorevole Paola Binetti, al momento dell'intervista ancora parlamentare del Pd da un paio di giorni dell'Udc e l’onorevole Benedetto della Vedova, del Pdl.


DAL BELGIO ALL'ITALIA - Dal Belgio all’Italia, Roberta Zunini mette a confronto due realtà europee opposte: quella belga in cui il rispetto della libertà di scelta del malato incurabile ha portato nel 2002 alla legalizzazione dell'eutanasia e quella italiana in cui nemmeno il cosiddetto testamento biologico o Disposizione di Trattamento Anticipato, è stato ancora definito in termini di legge. Da Bruxelles l’esperienze del professor Raymond Dombrecht, la cui moglie, malata terminale di cancro, un anno e mezzo fa ha chiesto e ottenuto l'eutanasia; del medico psichiatra Henry Picard, che venne in Italia per praticare l'eutanasia a Pier Giorgio Welby; dell'avvocato Jacqueline Herremans, della Commissione per il corretto svolgimento del processo eutanasico e del giornalista televisivo Bruno Clement, conduttore del programma di informazioe più importante della tv belga. Dall’Italia invece, Beppino Englaro ribadisce alla Zunini come il caso di Eluana ha dimostrato che anche un malato privo di coscienza ha il diritto di far valere le proprie volontà , se queste possono essere ricostruite con chiarezza, stabilendo quindi che lo stato di diritto all'autodeterminazione non decade con la perdita di coscienza del malato. Ai microfoni di Current, Ravasin ha nuovamente chiesto che «il ddl sul Fine-Vita in discussione alla Camera non permetta imposizioni e rispetti le volontà dei malati» e proprio ieri, ha reso noto, che se necessario andrà all'estero per chiedere il suicidio assistito o l'eutanasia.

FONTE

[Redazione]