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Il Ministero della Salute dovrà risarcire i danni agli emotrasfusi. Lo stabilisce una sentenza della Corte d'appello civile di Roma, che affida a un giudizio separato la quantificazione dei danni biologici, morali e patrimoniali riconosciuti.

La sentenza interessa tutti coloro che hanno subito danni da emotrasfusione con sangue infetto. I giudici hanno così respinto un appello proposto dallo stesso Ministero contro una sentenza emessa dal tribunale monocratico di Roma nel 2006.  Il Ministero sosteneva che, derivando il danno da una serie di trasfusioni, sarebbero state responsabili le singole Regioni in quanto depositarie dei compiti amministrativi in materia di salute umana e veterinaria.

Mentre per i giudici "il Ministero della Salute è tenuto ad esercitare un'attività di controllo e di vigilanza in ordine alla pratica terapeutica della trasfusione del sangue e dell'uso degli emoderivati sicché risponde dei danni conseguenti ad epatite ed a infezione da HIV, contratte da soggetti emotrasfusi, per omessa vigilanza sulla sostanza ematica e sugli emoderivati”.

Ciò significa anche che il sangue e gli emoderivati somministrati agli ammalati non rispondevano ai requisiti di 'pulizia' e di igiene preventiva che avrebbero limitato il contagio.

Fonte: Regioni.it