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ciecoUna mostra insolita e particolare creata per gli studenti non vedenti. In esposizione diciassette modellini all'Istituto professionale per ciechi di via della Ferrovie 54. In mostra i monumenti più particolari di Palermo e della Sicilia creati dal professore Vincenzo Mercurio. «I modellini stavano andando in rovina - spiega il professore Benedetto Aricò, che si è occupato del progetto del restauro dei modellini - e per far sì che potessero essere ancora usati dai non vedenti abbiamo pensato ad un progetto di restauro.
L'idea di fare toccare l'arte ai non vedenti nasce nella geniale mente del prof Gioacchino Di Trapani, preside della scuola media per ciechi «Luigi Braille» di Palermo, intorno agli anni '70. Quale illustre tiflologo cieco, era convinto che nulla dovesse restare precluso ai minorati della vista, per cui le grandi opere d'arte dovevano e potevano essere «viste» anche dai ciechi attraverso l'immaginazione e l'esplorazione tattile del modello dell'opera, con il supporto della descrizione di un accompagnatore. Da qui parte l'input che stimola l'estro e la vena artistica del prof. Mercurio, professore di educazione artistica nella scuola media per ciechi, il quale si è adoperato a costruire le matrici dei più noti monumenti siciliani e palermitani che potevano successivamente essere riprodotte in rilievo per essere esplorate con il tatto dal non vedente. Intorno agli anni '80, con la nascita dell'istituto professionale regionale per l'industria e l'artigianato per ciechi di Palermo, il prof. Mercurio con i pochi fondi a disposizione dell'istituto, con arduo e faticoso lavoro, progetta e costruisce dei modellini perfettamente simili nei dettagli e nelle proporzioni a quelli originali.
In mostra tra gli altri il teatro ed il tempio greco di Segesta, la Cattedrale e i Quattro canti, il Teatro Massimo, la Cuba, La Zisa. «E come le poteva ''vedere'' un cieco la forma delle cupolette e l'architettura del chiostro di San Giovanni degli Eremiti o immergersi nel magnifico palcoscenico dei Quattro canti - conclude il prof. Aricò - senza alcun pericolo di essere investito, se non attraverso l'esplorazione aptico-cinestetica di un modello fatto per essere toccato, carezzato, esplorato nei minimi particolari? Questo museo, meta di osservazione tattile e di studio di non vedenti, ma anche di vedenti incuriositi dallo stupefacente accostamento alla realtà , era caduto quasi nel dimenticatoio e, come tutti i monumenti che si rispettino, aveva bisogno di un buon restauro, curato dalla signora Maria Scommiglia, oppure si sarebbe avviato ad un triste degrado».
Il progetto è stato finanziato dall'Associazione «Guide parlate onlus», associazione che si occupa di far conoscere ai vedenti e ipovedenti il patrimonio artistico siciliano.


Fonte: La Sicilia del 26-11-2010