Un bambino malato è pur sempre un bambino, e il suo bisogno di giocare fortunatamente non si spegne con una chemioterapia. Sta facendo rumore in questi giorni la notizia secondo la quale l’azienda di giochi Mattel potrebbe produrre un modello di Barbie calva, per avvicinare la bambola alla realtà delle bambine malate di tumore.
Tutto parte da una richiesta alla casa produttrice della bambola più famosa al mondo fatta dai genitori di una bambina americana di 4 anni sottoposta a chemioterapia. A causa della caduta dei capelli come conseguenza della terapia cui era sottoposta, la piccola aveva iniziato a perdere fiducia in se stessa, e a non sentirsi più €˜una principessa‑¬. Per far sì che la sua degenza fosse il più indolore possibile, anche da un punto di vista psicologico, la famiglia aveva dunque chiesto alla Mattel di produrre un esemplare di Barbie senza capelli, così che la bambina potesse ancora identificarsi nella sua bambola del cuore.
Diffusasi poi la notizia di questo prototipo, negli USA è partita una vera e propria campagna da parte di genitori e consumatori (con tanto di pagina Facebook dedicata) per chiedere alla Mattel di iniziare una produzione ufficiale della bambola nella versione senza capelli. In questo modo per le bambine malate (ma anche per quelle con madri malate di tumore e sottoposte a chemioterapia) potrebbe essere più facile comprendere e accettare la malattia e le modificazioni al corpo che può comportare.
Fonte: Agenzia Ansa del 12-01-2012
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