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dnaÈ bastato mutare un solo gene, chiamato shank3, per ottenere animali che hanno i due tratti forse più caratterizzanti dell'autismo: la tendenza ad avere comportamenti ripetuti e ossessivi e la difficoltà a stabilire relazioni con i propri simili. Con questi animali i neurologi del Mit, che hanno illustrato i risultati degli esperimenti su Nature, hanno da una parte confermato l'importanza del gene, già chiamato in causa in altri studi, e dall'altra aperto la via a nuove ricerche sulla malattia e sul suo trattamento. Negli stessi giorni i neuropsichiatri dell'Autism Center della Washington University hanno dimostrato che si possono ottenere grandi risultati con il gioco. Gli autori hanno infatti sottoposto un centinaio di bambini autistici con meno di due anni di età a sessioni di gioco con i genitori, opportunamente addestrati. Come riferito sul «Journal of Child Psychology and Psychiatry», alla fine i bambini avevano fatto grandi passi in avanti e i progressi erano ancora ben visibili a quattro mesi dalla fine del training.


Fonte: Il Sole 24 Ore del 31-03-2011