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un lavoratore con la isndrome di downUna pizza, decine di pizzaioli e un solo messaggio: anche le persone con sindrome di down possono lavorare. Dunque, €˜assumiamoli‑¬.
E’ questo lo spot vincitore dell’Onp Award, il concorso dedicato alle onlus che ha premiato il video migliore fra quelli ‑¬â€˜ quaranta i partecipanti, cinque i finalisti ‑¬â€˜ selezionati dalla Fondazione Pubblicità Progresso per la loro valenza creativa e comunicativa.

Lo spot, trenta secondi a ritmo elevato, è stato realizzato dall’Aipd, l’Associazione italiana persone down in collaborazione con Saatchi & Saatchi, The Family, Gambero Rosso - Città del gusto, Medusa Film e Opus Proclama. Nell’ordine, ha preceduto nella graduatoria finale gli spot di Fondazione Banco Farmaceutico €˜Dona un farmaco a chi ne ha bisogno‑¬, il video dell’Aiaad (Associazione internazionale aiuto attivo donna) €˜Vite in frammenti‑¬ sulla violenza sulle donne, lo spot di €˜Zonta Club‑¬ €˜Sarai bullo sarai solo‑¬, dedicato al mondo della scuola, e quello dell’Istituto ricerca formazione socio-psicologia €˜Se ti liberi la mente‑¬, sulla prevenzione dell’aids.

€˜Adesso che abbiamo vinto ‑¬â€˜ sorride Anna Contardi, coordinatrice delle attività dell’Aipd ‑¬â€˜ speriamo di trovare canali che ci permettano di farlo vedere‑¬. E’ la distribuzione, infatti, il grande problema di questo (come di molti altri) spot sociali: trasmesso nel febbraio scorso in alcune sale cinematografiche, il video ha avuto alcuni brevi passaggi sul canale tv €˜All Music‑¬ e su quelli Sky, ma la ricerca di spazi gratuiti ‑¬â€˜ in particolare sulla tv generalista ‑¬â€˜ si è dimostrata un grande scoglio. €˜Il video ‑¬â€˜ racconta Contardi ‑¬â€˜ è nato a supporto delle nostre attività sull’inserimento lavorativo delle persone con sindrome di down: anche se la legge in vigore in materia è una buona legge, permangono ancora, specialmente nei confronti delle persone con disabilità intellettive, molti pregiudizi in ambito aziendale‑¬. Secondo i dati di una recente indagine svolta su un pubblico vicino all’Aipd, e dunque informato su diritti e opportunità , lavora solamente il 10% delle persone con sindrome di down: un settore, quello lavorativo, nel quale l’associazione interviene con un’attività di orientamento, supporto e tutoraggio, €˜per fare in modo che la persona giusta possa entrare in contatto con l’azienda giusta‑¬ e che il rapporto di lavoro possa essere di reciproca soddisfazione. €˜Non parliamo ‑¬â€˜ specifica infatti Contardi ‑¬â€˜ di inserimento assistenziale, ma di posti di lavoro reali, che garantiscono piena capacità produttiva: uno dei problemi maggiori con cui ci troviamo di fronte è quello di non trovare aziende disposte a mettersi in gioco su questo. Lo spot è nato anche in quest’ottica, come ulteriore strumento di sensibilizzazione in questo senso‑¬.

E in effetti i trenta secondi del video parlano chiaramente: sulle note allegre di €˜Finuculì, funiculà ‑¬, decine di cuochi si alternano l’uno dopo l’altro, fotogramma dopo fotogramma, alla preparazione di una gustosa pizza. €˜Siete riusciti a distinguere i lavoratori con la sindrome di down?‑¬, è la domanda che appare alla fine della rapidissima carrellata di pizzaioli, la cui risposta (ovviamente negativa) è lasciata implicita. €˜Neanche noi‑¬, si aggiunge subito dopo, con immediato invito a tutto schermo: €˜Assumiamoli‑¬.

Guarda lo spot:

[Redazione]