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Ho richiesto da qualche mese ad una ditta di Bracciano (Rm) l'istallazione di un elevatore per disabili esterno per servire l'appartamento di cui sono proprietario, che si trova in un edificio centrale, non vincolato, ma inserito in zona con vincolo paesaggistico.
Ho una invalidità motoria del 100/100. Per arrivare al mio appartamento bisogna superare tre rampe di scale con una alzata molto alta, per cui per me è molto difficile farlo. La ditta ha preventivamente verificato l'impossibilità di istallare un servoscala, per le differenti inclinazioni delle pareti e le continue interruzioni del binario. Né esiste un vano interno che possa accogliere l'elevatore.
L'arch. del Comune nega l'autorizzazione dicendo che un impianto esterno non è compatibile con le caratteristiche storiche della zona.
Nella stessa zona in un altro edificio esiste un impianto esterno.
Ho qualche possibilità ? Grazie.
B.

La risposta dell'ing. Marchetti


E’ vero che i vincoli paesaggistici possono essere un problema, ma o lo sono per tutti o per nessuno. Insisterei nella richiesta all’architetto del comune.

In particolare la Legge 13 /1989 prevede che:
4.1 .Per gli interventi di cui all'articolo 2, ove l'immobile sia soggetto al vincolo di cui all'articolo 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, le regioni, o le autorità da esse subdelegate, competenti al rilascio dell'autorizzazione di cui all'articolo 7 della citata legge, prevedono entro il termine perentorio di novanta giorni dalla presentazione della domanda, anche impartendo, ove necessario, apposite prescrizioni.
2. La mancata pronuncia nel termine di cui al comma 1 equivale ad assenso.
3. In caso di diniego, gli interessati possono, entro i trenta giorni successivi, richiedere l'autorizzazione al Ministro per i beni culturali e ambientali, che deve pronunciarsi entro centoventi giorni dalla data di ricevimento della richiesta.
4. L'autorizzazione può essere negata solo ove non sia possibile realizzare le opere senza serio pregiudizio del bene tutelato.
5. Il diniego deve essere motivato con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio, della sua rilevanza in rapporto al complesso in cui l'opera si colloca e con riferimento a tutte le alternative eventualmente prospettate dall'interessato.

Ing. Marco Marchetti
www.vimec.biz

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