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Sono un'insegnante di sostegno abilitata ma non ancora di ruolo.
La contatto per sapere se esiste un riferimento normativo nazionale o regionale della toscana sull'attribuzione del numero di ore ad alunni con sostegno che hanno la 104 con il connotato di gravità e se un dirigente scolastico, in virtù dell'autonomia, può valutare in base alla tipologia di disabilità se attribuire meno ore.
Lo chiedo perché sto seguendo da tre anni un alunno con grave disturbo del linguaggio che ha la 104 con gravità e al quale sono state tolte progressivamente ore per poterle dare ad altri alunni che avevano la 104 senza gravità . Attualmente, il mio alunno ha soltanto 7 ore settimanali di sostegno.
Ho più volte chiesto alle mie colleghe di classe di andare a parlare con il dirigente dalla nostra scuola, ma non mi hanno appoggiata. Ho aggiunto al PEI del bambino tutti i verbali firmati dagli operatori che lo seguono in cui si dichiara la sua gravità e il bisogno di avere un orario pieno di sostegno, ma non è servito a nulla.
Ho avanzato richieste di un educatore che potesse seguirlo quando io non ci sono, ma per tutta risposta l'educatore è stato assegnato a chi già lo aveva avuto l'anno precedente o a chi aveva un disturbo di iperattività .
E' molto comodo togliere ore a bambini che non hanno voce e che se ne stanno buoni buoni in classe senza arrecare alcun "fastidio"!
A questo punto, dato che la madre dell'alunno non ha risorse economiche e sociali per poter sporgere autonomamente un ricorso, vorrei sapere se almeno posso tentare di far presente in sede di collegio dei docenti che esiste una normativa in proposito.
Spero proprio che esista.
La ringrazio per l'attenzione e le porgo cordiali saluti,
A.


La risposta dell'esperta scuola


Come certamente lei saprà , la normativa italiana sull'integrazione scolastica è la più avanzata a livello internazionale. Sarebbe molto complicato riassumerle in poche righe i principali riferimenti normativi ma le indicherò almeno ciò che più la interessa e i riferimenti normativi essenziali. Tuttavia, mi permetta una rapida riflessione. Parto dalla considerazione che un alunno disabile grave necessita di un progetto di integrazione molto articolato da condividere con tutti gli  insegnanti, con i genitori o con chi ne è responsabile, con gli specialisti Asl e con altre figure di riferimento socio-sanitarie. Da quanto lei scrive, invece, emerge una gestione solitaria dell'integrazione che implica da parte sua l'assunzione di grandi responsabilità e le fa correre il rischio di vivere una grande frustrazione per i risultati che potrebbe ottenere in merito alla crescita del bambino sotto tutti gli aspetti. In sostanza, quindi, mi sembra che il vero problema non siano le ore in più o in meno ma una reale presa in carico del progetto di integrazione scolastica da parte dell'istituto dove lei lavora. Le ore di sostegno sono assegnate dal dirigente scolastico sulla base dei criteri indicati dal GLH di istituto che non sono vincolanti ma costituiscono un punto di riferimento importante per garantire la condivisione del progetto di integrazione. Il monte ore totale del sostegno è assegnato alla scuola da parte dell'Ufficio scolastico provinciale che valuterà le richieste delle singole scuole e le metterà in relazione al contingente di cui dispone a livello provinciale. Le deroghe, cioè le ore in più assegnate alle scuola, sono concesse solo in alcuni casi tra ai quali rientrano le gravità diagnosticate ma è compito della scuola nella persona del dirigente far valere le motivazioni della richiesta. Le indico gli estremi della recente sentenza che ha dichiarato illegittimo l'articolo 2 comma 413 della legge n.244/07 nella parte in cui limita il numero massimo dei posti di sostegno. Si tratta della sentenza della Corte Costituzionale n.80 del 22 febbraio 2010. E'particolarmente significativo che la Corte richiami la Convenzione delle Nazioni Unite ratificata in Italia dalla legge n.18 del 3 marzo 2009. Il principio che la Convenzione sostiene con forza e che le sottolineo è che bisogna tener conto delle esigenze individuali del disabile. Come potrà valutare anche lei, ancora una volta una buona integrazione scolastica è soprattutto questione di mentalità . Gli strumenti ci sono, basta farli funzionare bene.

Ada Maurizio
dirigente scolastico

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