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Gent.ma Sig.ra Marina,
siamo i genitori di Daniel Cenciotti un ragazzo disabile che il 17 luglio 2009 è annegato al lago di Martignano, durante un progetto estivo del 19° Municipio di Roma "Integrazione sociale utenti disabili 8-20 anni" gestito dal Consorzio Solidarietà Sociale.
Quel maledetto 17 luglio, 13 operatori gestivano 13 ragazzi disabili....una povera anima innocente non è più rientrata a casa. Ancora da chiarire le circostanze della sua assurda morte, con la speranza che la giustizia faccia il suo giusto corso...Il nostro dolore è insostenibile, perchè è inaccettabile la perdita di un figlio, inaccettabile perderlo in quel modo assurdo. Noi ci siamo fidati, pensando di averlo affidato a mani sicure.
Dopo la morte di nostro figlio stiamo lottando per arrivare alla verità , per abbattere il muro di menzogne su una storia dagli aspetti inquietanti...
Ma dopo la tragica fine di nostro figlio non ci spaventa più nulla. E ci batteremo perché le cose cambino,sopratutto nei controlli che ogni comune deve effettuare sulla sicurezza dei nostri figli, affidati a volte a organismi solo a scopo di lucro.
Spero che la nostra lotta serva da stimolo a tutti i genitori di ragazzi disabili spesso considerati come gli ultimi della categoria dei disagiati.
Il nostro sindaco finora ci ha snobbato, forse la morte di un disabile in un loro progetto non rende lustro al Comune.
Il caso di Daniel è andato in onda su Rai 3 a "Chi l'ha visto?" il 28 06 2010. Se pensate che possa aiutare le famiglie dei vostri associati ad avere una maggiore attenzione nei confronti dei comuni e delle cooperative siamo a disposizione per raccontare la nostra storia per cercare di migliorare questa difficile realtà .
Il filmato di Rai 3 con la breve storia di 10 minuti ,si può vedere su
Youtube al link          http://www.youtube.com/watch?v=t7uNvOJhP_c     
Il filmato relativo a Daniel inizia dopo circa 1,25 minuti. Si può anche cercare "Chi l'ha visto? 28 06 10 10a parte"

Un Saluto Paolo e Iolanda Cenciotti

DANIEL...
Eri un ragazzo tanto felice.

Sin da quando, nato in uno sperduto paesino di montagna nel nord-est dell’India, sei stato abbandonato dai tuoi genitori naturali (difficile nascere e crescere, in certe zone del mondo così lontane ‑¬â€˜ e non solo fisicamente - dal nostro comodo benessere...)
Ti sei ritrovato, insieme a tanti altri bimbi con la tua stessa sorte, tra le braccia della Beata Madre Teresa di Calcutta. Che gioia! Che fortuna!
Eri un ragazzo tanto felice.
I tuoi primi due anni e mezzo di vita li hai trascorsi lì, tra gli stenti e le malattie, eppure circondato dall’amore delle suore dell’orfanotrofio.
Poi, un giorno, mamma e papà ti hanno accolto nel loro cuore, donandoti ciò che di più prezioso c’è al mondo: una famiglia tutta per te!
Hai fatto un viaggio lungo, tra le braccia stesse di Madre Teresa. Sembravi spaesato, smarrito, non distinguevi più i volti e le mani con cui eri cresciuto, eppure hai impiegato poco tempo a riconoscere nell’amore di mamma e papà la tua nuova guida. Che felicità , finalmente!

Eri un ragazzo tanto felice.
Eppure il destino ‑¬â€˜ quant’è beffardo, a volte! ‑¬â€˜ ti ha voluto riservare un’altra sorpresa: dopo meno di due soli mesi che eri in Italia, una miocardite, colpevolmente non diagnosticata in tempo, ti ha costretto a stare per 42 giorni in terapia intensiva. I lunghi, interminabili momenti in cui il tuo cuoricino ha smesso di battere hanno tolto ossigeno al tuo cervello e il danno cerebrale è stato inevitabile. Saresti dovuto essere un vegetale,  secondo i medici, ma loro non lo sapevano che il tuo sangue sherpa ti dava una forza superiore a quella di qualsiasi persona €˜normale‑¬! E sei riuscito ad uscire da quella terapia intensiva ferito, ma tutt’altro che abbattuto, e con una grande voglia di ricominciare a vivere.

Eri un ragazzo tanto felice.
Hai ricominciato a vivere - eccome! - con l’aiuto instancabile di mamma e papà . Tutti gli ostacoli che la vita ti aveva riservato cadevano come birilli davanti alla tua forza di volontà e all’amore dei tuoi genitori che ti accompagnava giorno e notte, inesauribile, continuo. Faticoso, certo, faticosissimo, il percorso di un €˜diversamente speciale‑¬. Ma questo non ti toglieva la voglia di gioire della vita, anzi!

Eri un ragazzo tanto felice.
Tanti amici ti hanno sempre circondato con il loro affetto, cui tu rispondevi col tuo disinteressato entusiasmo e la tua generosità . A scuola facevi progressi incredibili; col computer eri diventato un piccolo mago, e ti piaceva tantissimo la musica. E sui campi sportivi correvi come un fulmine e saltavi gli ostacoli volando... Avevi la grande dote di voler essere indipendente e di essere affidabile e maturo. Per questo ‑¬â€˜ dopo aver vinto le titubanze e le tante paure  mamma e papà si erano convinti che  il centro estivo al  Lago, alla soglia dei 16 anni, era importante per la tua crescita da €˜ragazzo‑¬, e che ti meritavi la fiducia che ti eri guadagnato con la tua diligenza e la tua scrupolosa osservanza delle regole.

Eri un ragazzo tanto felice.
Non avevi fatto i conti, però, con chi non aveva la tua stessa meticolosità nel rispettare le regole... Disgrazia... distrazione... negligenza... malafede! Tu eri un ragazzo delle montagne, l’acqua non era il tuo ambiente naturale. E quell’acqua del lago ti ha portato via: hai provato anche stavolta a  superare l’ostacolo, ma la tua lotta ‑¬â€˜ come sempre tenace, indomabile ‑¬â€˜ contro un’avversità così grande, questa volta non è riuscita a sopraffare la forza della natura e la malvagità dell’uomo...


Ed eri un ragazzo tanto felice...


La risposta di mamma Marina



Carissimi PAOLO E IOLANDA,
quanto è accaduto al vostro Daniel è purtroppo accaduto anche a altri ragazzi con disabilità pur se in modo diverso. Daniel ha avuto l'incidente al LAGO, un ragazzo in Piemonte anni fa è morto soffocato da una mozzarella, un altro ha trovato la morte strozzato tra le sbarre del letto, altri ancora hanno avuto incidenti dovuti alla disattenzione degli operatori che non sempre svolgono il loro impegno, che è molto più di un lavoro, quasi una missione, con leggerezza non cercando di prevenire i possibili pericoli. Certo che 13 ragazzi con 13 educatori tutto si poteva pensare meno che potessero esserci incidenti del genere.
Ha ragione, pur essendoci anche operatori preparati professionalmente e spesso anche molto motivati quando succedono queste cose i genitori vogliono capire come possa essere successo affinchè non capiti più a nessun altro. 
Vi sono vicina e spero che riusciate a capire finalmente di chi è la responsabilità di quanto accaduto, non servirà a rendervi Daniel ma vi aiuterà forse a accettare il fatto che lui non c'è più fisicamente, perché spiritualmente è certamente vicino a voi.
Spesso queste situazioni vengono insabbiate per motivi inspiegabili, ma spero che la vostra forza e la vostra straordinaria volontà riescano a aprire il velo dell'indifferenza e della superficialità . Io da parte mia pubblico volentieri la vostra testimonianza che sarà molto utile ad altri genitori e a chi si prende l'impegno di vegliare in nostra vece sui nostri figli, di più purtroppo non sono in grado di fare.

http://www.youtube.com/watch?v=t7uNvOJhP_c
    
Un abbraccio, Marina

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