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Buongiorno Mammamarina, vorrei un consiglio su cosa posso fare in merito a due situazioni: mi chiamo P., ho quasi 60 anni e mio marito Silvano è paraplegico da 4 anni per una fistola artero-venosa.

1)  Frequentiamo assiduamente la piscina di Saronno, la nostra città , e tutto il personale è affettuoso ed attento, ma certe soluzioni adottate per i disabili sono, a dir poco, non soltanto ridicole, ma addirittura pericolose. Noi ci arrangiamo bene perche mio marito è atletico ed io sono sempre con lui ma certi arredamenti limitano di molto l'accessibilità per quel disabile che vuole venire da solo. Per accedere all'edificio c'è una rampa piuttosto ripida - ci sarebbe anche un ascensore che spesso però non funziona - ed ancora una rampa per accedere agli spogliatoi, etc.  Tutte cose che con accortezza e buona volontà si potrebbero rimediare. La piscina è molto frequentata anche da persone disabili ma non c'è un sollevatore sicuro: viene usato un attrezzo raffazzonato e quindi pericoloso. Vorrei sapere se c'è una legge che obbliga le strutture pubbliche a dotarsi per la fruibilità da parte dei disabili ed a chi competono i costi e le verifiche. Un sollevatore mobile con imbracatura per tetraplegici supera di poco i 2000 euro ma la società , che non è privata ma è stata creata dal comune, dice che non ha fondi, cosa si può fare? Insomma, chi può obbligare la piscina ad essere veramente accessibile ai disabili?

2) Siamo originari di Trieste ed almeno tre volte all'anno vi siamo sempre andati per dei soggiorni più o meno lunghi, ospiti di mia madre. La casa in cui viveva mia madre, morta qualche mese fa, è di mia proprietà ed io pago regolarmente ICI, tasse spazzatura, etc. In totale non vi soggiorniamo più di un mese all'anno ma, da quando mio marito è disabile, molte volte perfino l'accesso al condominio mi è difficile per mancanza di parcheggio. La zona è collinare e le case sono anni 60 per cui prive di garage inoltre ogni famiglia, ormai, ha due macchine e motorini vari. Quando trovo posteggio sotto casa, praticamente non posso più muovere la macchina per non perdere il posto, il che, come puoi immaginare, limita molto gli spostamenti di mio marito: gli autobus che servono la zona non sono attrezzati per disabili ed andare in centro in carrozzina è impensabile a causa di una lunga discesa. Ho contattato il comune per chiedere un posteggio a me riservato sotto casa, che sarebbe libero poi quasi tutto l'anno, ma mi hanno risposto che non siamo residenti a Trieste e quindi non me abbiamo diritto: ho rilanciato chiedendo almeno un posteggio riservato ai disabili e mi hanno risposto che la zona non è frequentata molto (non ha uffici, negozi, etc) per cui non era interessante farlo. Non abbiamo allora nessun diritto in merito?

Cara Mammamarina, aspetto delucidazioni e consigli
Grazie ed un bacione


La risposte di mamma Marina


Carissima P.
Se la piscina è pubblica deve essere il Comune a provvedere che sia accessibile con tutti gli ausili necessari, scriva al Sindaco spiegando la situazione e chiedendo che  la piscina sia messa a norma e resa accessibile anche alle persone con disabilità .

Per il parcheggio a Triste le hanno dato l’informazione esatta per quanto riguarda il parcheggio personalizzato, invece per avere un  parcheggio riservato  per le persone con disabilità la legge prevede che i Comuni ne garantiscano almeno uno ogni 50 posti o frazioni di 50, legge 503/96.

Cordiali saluti, Marina 


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