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Cara Marina leggo i suoi "articoli" e penso che lei possa aiutarmi. Ho una sorella con sindrome di down di cui sono anche tutore, io e mia moglie ce ne siamo fatti carico da ormai più di 10 anni, è la regina della nostra casa, non le manca assolutamente niente sia come amore che di materiale.
Ho altri tre figli che ovviamente la trattano meglio di come si trattino tra di loro, nessuno ha mai interferito in questa armonia familiare fino a quando un giudice ci chiede la rendicontazione. Con sommo sacrificio e perdita di testa mia figlia provvede a farla, ci danno prima diverse opzioni poi cambiano idea alla fine mi vien detto che F. (mia sorella) non deve partecipare alle spese in casa, no alle spese tipo bollette, no a mettere benzina, insomma i suoi soldi li devo lasciare sul suo conto.
Mi chiedo come faccio a tutelarmi? quale legge potrebbe difendermi? io non chiedo niente a nessuno ma nessuno deve venirmi a fare i conti in tasca dato che proprio a lei non manca assolutamente nulla...potrebbe se ne sa più di me aiutarmi a capire meglio cosa vogliono questi giudici?
Grazie mille e a presto
A.

La risposta di mamma Marina

Gentilissimo A.
Veramente per le spese di casa la partecipazione alle spese è prevista  persino per i figli maggiorenni totalmente non autosufficienti. Se è stata una decisione del Giudice può solamente chiedere, sostenuto da un avvocato sarebbe meglio, una variazione delle disposizioni  motivando proprio il fatto che avendo anche tre figli da mantenere  le spese sono tante e la partecipazione di una quota da parte della sorella necessaria per il menage familiare. Un buon avvocato conosce bene il modo di proporre simili richieste e ottenere esito positivo.

Cordialmente, Marina Cometto

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