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Fino al 22 di settembre del 20011,con gli alti e bassi della vita andava discretamente bene, poi quella mattina, senza essermela cercata, è successo il mio dramma personale ,un attacco ischemico, che dopo la diatriba dei vari ospedali, direi in tutta sincerità di aver accettato, anche le residue conseguenze della malattia, sebbene con solo la forza della mia volontà , abbia recuperato molto bene, fino ad essere autonomo in tutte le funzioni giornaliere per una vita civile accettabile, ma, il dramma più importante era in agguato, e si è presentato in tutta la sua verità quando sono stato dimesso dal Gervasutta in via definitiva. I famigliari dei portatori di handicap  dovrebbero essere seguiti o preparati da persone specializzate del settore psicologico per poter affrontare la convivenza con lo stesso famigliare, ma in condizioni diverse, è un marchio purtroppo indelebile che ci portiamo dietro, senza averlo cercato, quindi è di tutti e può succedere a tutti, sono pochi secondi che distruggono una vita. Non siamo accettati dalla famiglia,tanto meno dagli estranei. Ho sentito il bisogno di cambiare aria dopo che mia moglie più volte al giorno mi ricordava che non ero una persona normale e che avevo bisogno di qualcuno che badasse a me dato che ultimamente soffrivo di inappetenza non mi occupavo più delle faccende di cucina domiciliare. Ecco comparire lo spettro dell’inutilità , (non fa più neanche da mangiare) se questo vuole dire essere disabile, allora tutti i non cuochi sono disabili! Vorrei che in questo i tecnici della riabilitazione del Gervasutta facessero un esame di coscienza, chi è da riabilitare? Se in famiglia un componente del nucleo si ammala di ictus?
Il mio cambiamento di aria è consistito nella ricerca di una persona che mi potesse dare assistenza più che fisica, direi morale, dunque chi poteva espletare meglio questo compito se non una persona vissuta nelle miserie dell’est Europa che sanno apprezzare la vita e la cultura altrui naturalmente non proprio in forma gratuita. E’ bastato un soggiorno di 10 giorni in Romania per farmi capire quanto diverso sia il modo di accettare il diversamente abile al di fuori  della famiglia della quale non fai più parte, dal momento che diventiamo come la polvere, messi sotto al tappeto che nessuno ti veda, diventa ridondante nella testa una frase, nascondilo che arriva gente! Questo siamo diventati. Voi che vi siete procurati un handicap, autolesionisti!! Quali sono state le conseguenze nella riabilitazione totale che i tecnici del Gervasutta, anziché ostacolare,dovrebbero applicare come fattore riabilitativo, mi è stata negata la patente di guida, ho dovuto svendere l’automobile, e lascio a  chi può capire cosa provi un professionista che nella vita lavorativa ha percorso più di 5.000.000 di km(scusate se è poco, ma questo era il mio mestiere,camionista di TIR, fino alla pensione), senza incidenti gravi. Ora, dal momento che è vietato dal c/stradale usare il cellulare mentre si è alla guida di veicoli,si obbliga  un diversamente abile a giocare con una pulsantiera con 11/12 tasti applicata sul volante, così da distrarlo dalla guida. La mia macchina era provvista di cambio automatico, e con la mano sx riuscivo ad azionare le frecce. La croce non pesa abbastanza, non importa, tanto la porta lui, non è affare nostro‑¬¦ Prima della boccata dì aria in Romania la prospettiva più volte al giorno evocata per me a gran voce da mia moglie era la casa di riposo. Lo dico per chi non mi conosce che sono del 1941, autosufficiente,non uso la carrozzina, e faccio le scale da solo; non ho l’assegno di accompagnatoria, quindi non ho la GDF alle calcagna come falso invalido. La conclusione è: morale a terra, umore 0, separazione e divorzio. Chi sarà tanto onesto di ricordarmi per quello che ero e di cui avrei voluto ancora farne parte?
G.


La risposta di mamma Marina

Gentilissimo G,
Mi dispiace leggere le sue tristi considerazioni, purtroppo la vita non è semplice per chi ha  problemi di  salute.  Per l’acquisto dell’automobile con le agevolazioni  dedicate per le persone con disabilità , deve avere la patente speciale e sottoporsi alla visita presso  una speciale Commissione  che le indicherà anche le eventuali modifiche  che dovrà porre in essere per poter guidare.  Dopo che avrà la patente speciale  potrà rivolgersi al concessionario  per l’acquisto dell’auto con le opportune deduzioni di IVA  e tasse.  Per la carrozzina elettrica, se ha il riconoscimento dell’invalidità e legge 104/92,  può  richiederla tramite ASL e averla gratuitamente .

Cordiali saluti,
Marina


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