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Buon giorno io sono la mamma di un bambino di 20 mesi gravemente cerebroleso.
Sono attualmente in maternità straordinaria con retribuzione del 30%. Questa maternità si può fare fino ai 3 anni del bambino. Non ho ancora sfruttato i due anni di legge 104.
Il mio problema è che vorrei rientrare almeno part time al lavoro. Ne ho bisogno per la mia salute per cercare di uscire un pò da casa e svagarmi per uscire dallo stato di depressione in cui mi trovo.
Ho prospettato il problema all'assistente sociale. L'unica cosa che sanno dirmi tutti è che l'usl non ha soldi è che sarà sempre peggio...
Attualmente ho una copertura con una educatrice pagata dalla usl di 20 ore settimanali. Capisco che sono molte però queste ore non mi bastano per recarmi sul posto di lavoro perchè devo considerare anche il viaggio o eventuali imprevisti... mica posso volare...
STanno cercando di inserirlo al nido però mi hanno detto che probabilmente non ci sono i soldi. Cioè se il comune non ha soldi mio figlio non può accedere al nido.
Io non dormo ne di notte ne di giorno perchè mio figlio è grave e quindi devo spesso controllarlo se respira o deglutisce bene.. viene alimentato tramite peg.
Ma tutto questo è normale? Oppure posso pretendere qualcosa di più?
Grazie mille.
M.



La risposta di mamma Marina

Carissima M.
Credo che il suo bimbo oltre al riconoscimento dell'invalidità abbia anche il riconoscimento dello stato di gravità ai sensi della legge 104/92, in tal caso ha la precedenza su tutti i servizi offerti dall'Ente pubblico scuola compresa. Articolo 3 comma 3 legge 104/92.
Articolo 12 comma 1: Al bambino da 0 a 3 anni handicappato è garantito l'inserimento negli asili nido.
Quindi l'inserimento al nido dovrà essere assicurato , si rivolga direttamente alla scuola più comoda per lei  chiedendo l'inserimento già per il prossimo anno scolastico.
Detto questo si può provare inoltre a presentare un progetto personalizzato ai sensi della legge 328/2000 articolo 14 in cui vengono spiegate le necessità , le motivazioni e le richieste per l'assistenza domiciliare ,se vuole le posso dare una mano a prepararlo.

Capisco benissimo il desiderio e la necessità di tornare al lavoro anche solo con un orario part-time, a differenza di altre mamme lei non ha timore di esprimere le difficoltà in cui si trova a livello psicologico, e credo che lasciato il suo bimbo in mani  sicure e affidabili potrà trovare nel contesto lavorativo un po' di sollievo dal grande impegno quotidiano. Sarà anche per  bimbo un bene avere una mamma più serena.

Purtroppo devo rispondere SI alla sua domanda, tutto questo è normale , perché i diritti sono  poco divulgati e conosciuti, Spesso chi dovrebbe tutelare non è in grado di farlo e invece di sostenere  le famiglie  queste vengono penalizzate , anche solo con informazioni errate.

In conclusione: lei ha tutti i diritti di tornare al lavoro, l'ente pubblico ha il dovere di sostenerla al meglio, sono le Regioni e i Comuni a stabilire  le norme sul territorio, ma non possono ignorare le richieste solo con la frase non ci sono fondi. Non mi ha detto in quale Regione abitate, avrei forse saputo dirle qualcosa di più concreto.

Abbia fiducia, in se stessa, nel suo bimbo nella possibilità di riuscire a superare questo momento critico, per quanto posso sono qui. Mi riscriva se lo desidera.

Un abbraccio,
Marina

Buongiorno sono M. la mamma del bimbo di 20 mesi gravemente cerebroleso. Volevo ringraziarla per la sua risposta tempestiva e per il suo sostegno. Stavo cercando da mesi qualcuno che mi aiutasse e potesse capire cosa provo. In questi casi ci si sente soli, anzi siamo soli perchè tutti ti abbandonano. Almeno nel nostro caso è stato così. Spero che mio figlio riesca ad andare all'asilo. Nel caso avessi bisogno di preparare un progetto per l'assistenza domiciliare la ricontatterò. Dimentivavo io scrivo dalla regione Emilia Romagna in particolare Pianoro in provincia di Bologna.
Grazie mille.


La risposta di mamma Marina

Gentilissima M,
Non deve ringraziarmi, è un piacere per me poter essere utile ai "compagni di viaggio", spesso chi vive la disabilità di un figlio  sente la solitudine maggiormente che in altri casi, perché si perdono anche gli affetti più cari, amicizie che si credevano indistruttibile, parenti che non sapendo come aiutare si defilano, l'abbiamo un po' vissuto tutti, ma mi creda, si può e si deve trovare la volontà di continuare a guardare al futuro con speranza, per noi e per i nostri figli.
Conosco una mamma attiva a Pianoro, se serve le posso poi dare i riferimenti.
Cordialmente,
Marina


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