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Carissima Marina, sono A. e leggendo il vs sito ho deciso di scrivere per avere dei chiarimenti. Ecco il caso:
Mia madre ha subito nel 1990 una amputazione dell'arto sinistro. Oggi ha 67 anni e in seguito all'ultimo aggravamento ha l'85% di invalidità . Le sembra giusto che non le sia mai spettata l'indennità di accompagnamento visto che la legge dice che può percepirlo "chi non è in grado di compiere le normali azioni della vita quotidiana"? Come può svolgerle senza un arto e senza una protesi (quella elettronica le era stata concessa dopo 8 anni ....)?
Aspetto sua risposta.
Distinti saluti,
A.


La risposta di mamma Marina

Gentilissima A
io non posso mettere in discussione le decisioni delle Commissioni mediche, è vero che negli ultimi 2 anni le valutazioni sono state fatte abbassando in molti casi, impropriamente, la percentuale di invalidità impedendo per questo motivo il riconoscimento all'indennità d'accompagnamento.

Purtroppo non può fare altro se non sono ancora trascorsi 6 mesi dal ricevimento del verbale che rivolgersi a un Patronato o a un legale per inoltrare pratica di ricorso. In caso non fosse più in tempo potrà , se si presenteranno nuove difficoltà , ripresentare domanda di aggravamento, suggerisco, (ma è solo un suggerimento dato dall'esperienza personale fatta)in questo caso di presentarsi alla visita muniti di relazione di un medico legale consultato privatamente che attesti le difficoltà oltre naturalmente la documentazione medica che attesti l'aggravamento.
Cordialmente,
Marina

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