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Una panoramica sulla situazione in Italia degli anziani non autosufficienti e dei servizi disponibili alle famiglie tra domiciliarità e residenzialità

In Italia il 21,4% della popolazione ha più di 65 anni. Le stime fanno prevedere che questo numero arriverà a quota 34,3% nel 2050, quando gli over 65 saranno 21.775.809.
Dato il numero di anziani in forte crescita è necessario predisporre misure che garantiscano una terza età serena, e se possibile attiva, che soprattutto non sia di peso ai giovani familiari (figli e nipoti) quando alla vecchiaia subentra la non autosufficienza.

LE STRADE PERCORRIBILI IN CASO DI NON AUTOSUFFICIENZA - Nel “modello italiano” sono tradizionalmente  due le risposte alla non autosufficienza degli anziani, anche come conseguenza dei mutamenti intervenuti all’interno e all’esterno dei nuclei familiari.
La prima è stata quella della “domiciliarità” (che interessa 2,5 milioni di anziani) con un ruolo centrale delle famiglie, supportato da risorse e servizi pubblici di sostegno.
La seconda è stata quella della “residenzialità” (riguardante 278.000 anziani) fondata sulla rete territoriale di presidi socio sanitari e socio assistenziali.
Le famiglie stesse dal canto loro si sono in qualche modo inventate quello che Claudio Falasca chiama “modello italiano di sostegno alla non autosufficienza”, incardinato sulla esternalizzazione del servizio di cura dall’ambito domestico alla figura del “badante
L'Associazione per l'Invecchiamento Attivo, AUSER, ha effettuato uno studio Domiciliarità e Residenzialità per l'Invecchiamento Attivo, di cui ha pubblicato i risultati, che analizza queste due opzioni e la loro situazione al giorno d'oggi.

DOMICILIARITÀ: FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ E MENO SAD DAI COMUNI - La domiciliarità è un'opzione che porta non pochi disturbi alle famiglie: impegni e carico sui figli, mantenimento di una badante, spese varie per tenere in piedi case spesso molto vecchie, senza ascensore, da ristrutturare, con impianti ormai datati. Spese che in molti casi, come riportato dalla ricerca Auser,  rispetto ai dati CENSIS, hanno condotto le famiglie a vivere situazioni di debito e di crisi economica.
Secondo i dati della rilevazione dell’Auser “Domiciliarità e Residenzialità per l'Invecchiamento Attivo”:
- Anche per quanto riguarda l'Assistenza Domiciliare, essa non sempre è garantita da tutti i Comuni e l'offerta del servizio nel quinquennio 2009-13 è calata dall'86,3 all'85,7% a livello nazionale.
- La percentuale di Comuni, poi, che eroga un servizio di assistenza domiciliare tramite voucher, assegni di cura o buoni socio-sanitari è rimasta invariata dal 2009 al 2013 senza crescere.
- Per quanto riguarda l'Indennità di Accompagnamento, invece, nonostante sia aumentata la spesa ad essa dedicata, è diminuito il numero degli anziani beneficiari.

RESIDENZIALITÀ: IN CALO PRESIDI E POSTI LETTO – Se la domiciliarità è spesso impegnativa da realizzare per i figli senza il supporto adeguato dei Comuni, dall'altro lato anche la scelta di far ricoverare il proprio parente anziano in una struttura residenziale lascia qualche perplessità.
I presidi sono diminuiti del 7,2% dal 2009 al 2013, per non parlare dei posti letto diminuiti nello stesso periodo del 23,6 %. Da notare che di questi posti letto solo una parte è destinata agli anziani (con una proporzione di 22 letti ogni 1000 anziani) e che bisognerebbe aumentare il numero dei letti a 500.000 unità per raggiungere gli standard degli altri Paesi Ocse.
Negli ultimi anni, poi, non poche sono state le strutture segnalate perchè non conformi, le persone sanzionate per comportamenti illeciti e addirittura gli arresti. Tutti casi che hanno portato anche a pensare alla possibilità di installare telecamere di videosorveglianza nelle strutture RSA.

SEGNI NEGATIVI – Lo studio precisa che nel nostro Paese, per la prima volta nello storia, la copertura dei servizi e degli interventi per anziani non autosufficienti ha tutti segni negativi.
Diminuiscono:
- gli anziani presi in carico dai servizi
- gli anziani ospiti nelle strutture residenziali  (diminuiti del 9,1% tra il 2009 e il 2013)
- gli anziani con indennità di accompagnamento (nel 2013 erano il 12%, contro il 12,6 del 2009)
- la spesa di comuni e regioni per servizi sociali per anziani (calata del 7% dal 2009 al 2013).

IL FONDO NON AUTOSUFFICIENZA - In particolare, rispetto all'ultimo punto dei numeri in calo, la causa principale sta nei continui tagli cui è stato oggetto il Fondo nazionale per le politiche sociali, il principale canale di finanziamento di questo genere di servizi, che a livello locale coprono il 12,1% della spesa sociale per gli enti locali. Basti pensare che nel 2016 la dotazione del fondo è del 78% in meno di quella che aveva nel 2009.
Anche per questo motivo è stata strenua la battaglia per mantenere la dotazione dei Fondi (sia per le Non Autosufficienze che per le Politiche Sociali), contro i tagli che si erano paventati proprio nelle scorse settimane, e che ora sembrano scongiurati

La consistenza di questi fondi è estremamente importante perchè rappresentano la principale risorsa per gli enti locali a cui attingere per finanziare interventi sociali e socio-sanitari nella comunità, compresi i servizi di assistenza domiciliare, assegni di cura, servizi di prossimità e teleassistenza, solo per citarne alcuni.

LE PROPOSTE DI AUSER – Alla luce di quanto emerso Auser ritiene che sia fondamentale investire sulla tutela dell'anziano, garantire i servizi a lui e ai suoi familiari e inserirlo in una struttura accogliente, sia questa la casa dove vive nel suo quartiere di residenza oppure la struttura di ricovero in cui si trova.
Ecco in punti le proposte:
- rendere le città “amiche” degli anziani, adeguando il patrimonio immobiliare e ripensando le relazioni degli anziani con la casa e il quartiere in cui vivono perchè è lì che l'anziano deve instaurare una rete sociale di rapporti;
- garantire risorse adeguate e stabili nel tempo agli enti territoriali per un'assistenza continuativa;
- estendere e rendere efficaci i servizi di assistenza domiciliare ADI  e SAD coprendo tutto il territorio;
- istituire una Banca Nazionale (europea) delle migliori pratiche e introdurre un sistema di indicatori omogeneo a livello nazionale per valutare la progressione nel miglioramento delle prestazioni dei servizi;
- istituire un Fondo Unico per la non autosufficienza finanziato con risorse aggiuntive rispetto a quelle pubbliche, per favorire una dignitosa permanenza degli anziani presso il proprio domicilio evitando il rischio di istituzionalizzazione;
- far emergere il nero nel lavoro di cura, regolarizzando i contratti in una maniera che non sia troppo onerosa per le famiglie;
- promuovere la qualificazione professionale e una formazione adeguata che riconosca il ruolo della professione degli assistenti e badanti;
- istituire un registro degli assistenti familiari qualificati;
- aumentare i posti letto per raggiungere i livelli dei Paesi dell'Ocse;
- puntare sulla qualità della residenzialità, con verifiche e monitoraggi puntuali anche da parte di soggetti terzi;
- reprimere in modo più efficace i comportamenti illeciti

In disabili.com:
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Donata Viero

 

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