Menu

Tipografia

I sindacati dei pensionati rilanciano la necessità di una legge nazionale sulla non autosufficienza, considerando che il futuro porterà a un progressivo aumento e cronicizzazione dell’emergenza

Sono più di 200mila in Veneto e il loro numero cresce ogni anno di più, in modo direttamente proporzionale all'aumento degli over 65 nella nostra regione e in tutta Italia: gli anziani non autosufficienti rappresentano ormai quasi un quinto della popolazione anziana in Veneto (fonti: indagine Ires Morosini e Istat 2017).

Parte dal Veneto, regione che fra le prime ha approvato una legge regionale sulla non autosufficienza, mai portata però definitivamente a compimento, l'appello dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp ai parlamentari del territorio affinché colgano in questa legislatura l'opportunità di dare al Paese una legge nazionale sulla non autosufficienza. Le sigle insistono sull’urgenza di affrontare in modo non più demandabile la questione assistenza che con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento della cronicità delle malattie rischia di diventare un grave problema sociale, sanitario ed economico. Non si tratta, infatti, di una condizione che riguarda la sola persona non autosufficiente, ma tutta la sua rete familiare e sociale.
«Le incertezze politiche legate alla formazione del Governo - affermano le sigle sindacali - non devono fermare il Parlamento, insediato e nel pieno delle sue funzioni, dall'affrontare questa importante questione. Già prima del voto del 4 marzo le nostre sigle nazionali hanno presentato una proposta di legge: è ora che se ne discuta».

IL RAPPORTO OSSERVASALUTE 2017 E LA NON AUTOSUFFICIENZA - La proposta nasce da una esigenza confermata da i numeri: secondo il Rapporto Osservasalute 2017 dell'Università Cattolica del Sacro Cuore nel 2028 il numero di anziani non autosufficienti in Italia raggiungerà i 6,3 milioni.
L'Italia è il secondo paese in Europa per aspettativa di vita (80,6 anni per gli uomini e 85,1 anni per le donne), con il Veneto mediamente ancora più longevo: 81 anni per i maschi, 85,7 per le femmine. Tuttavia il nostro Paese è solo al 15esimo posto per speranza di vita alla nascita senza limitazioni fisiche: secondo i dati del Rapporto Osservasalute, infatti, a livello nazionale si è registrato un peggioramento dei livelli di cronicità e non autosufficienza rispetto agli anziani di altri paesi europei, con un incremento del 12,2% tra il 2012 e il 2016 delle limitazioni fisiche e delle malattie croniche, con una prevalenza di incidenza per le donne.
A oggi l'11,2% degli ultra 65enni (1,5 milioni circa) non è in grado di svolgere in autonomia azioni quotidiane di cura della persona quali mangiare da soli, sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia. Mentre altri 4 milioni hanno bisogno di una qualche forma di assistenza. Le proiezioni per il 2028 vedono aumentare questi numeri rispettivamente di 100mila e 700mila unità. Calata sul Veneto, la situazione tra dieci anni vedrà oltre 500mila anziani non autosufficienti. Ma i ricercatori avvisano che il calcolo è basato sul «trend demografico di invecchiamento e gli attuali tassi di disabilità, ma i dati potrebbero rappresentare una sottostima del problema».
 
LA SITUAZIONE IN VENETO E LA PROPOSTA DI LEGGE NAZIONALE - Ancora nel 2009 il Veneto ha approvato la legge 30 sulla non autosufficienza, una delle prime in Italia e che ha visto la fattiva collaborazione dei sindacati regionali dei pensionati. Legge che, tuttavia, non ha mai visto piena attuazione (a partire dalla fonte certa di finanziamento), con il risultato che a oggi non c'è un percorso standard in tutto il Veneto per la presa in carico e la pianificazione del percorso di assistenza di un non autosufficiente.
I punti più importanti della tanto auspicata legge nazionale sulla non autosufficienza sono: criteri uniformi in tutto il territorio nazionale per il riconoscimento della condizione di non autosufficienza; l'individuazione, dei livelli essenziali delle prestazioni sociali per la non autosufficienza (Lesna); la sperimentazione e la promozione di forme di residenzialità innovative; il riconoscimento della figura dei caregiver e la riorganizzazione dell'indennità di accompagnamento.
 
L'APPELLO AI 74 PARLAMENTARI VENETI ELETTI ALLA CAMERA E AL SENATO - Affermano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp del Veneto:
«La non autosufficienza deve entrare nell'agenda politica adesso, prima che il ritardo accumulato diventi irrimediabile. C'è bisogno di lungimiranza e questa XVIII legislatura può fare la differenza: chiediamo ai parlamentari veneti di impegnarsi in prima persona, proprio perché vengono da una regione che è stata fra le prime a proporre una soluzione.
L'invecchiamento della popolazione e l'aumento di famiglie monoparentali mettono in discussione, in prospettiva, il nostro modello di assistenza che scarica sulle famiglie compiti che a volte diventano insostenibili. È urgentissimo, quindi, individuare modelli di assistenza diffusa e aumentare le risorse per la non autosufficienza. Accanto a questo è necessaria una seria programmazione degli interventi sulla prevenzione delle malattie e sui corretti stili di vita da adottare sin da giovani. Ed è doveroso il riconoscimento del lavoro di cura per le migliaia di persone, quasi tutte donne, che sono penalizzate sul lavoro o costrette a rinunciarvi per seguire propri cari non in grado di cavarsela da soli».

In disabilicom:

Over 65: circa il 10% è non autosufficiente nella vita di tutti i giorni

Canone Rai: i moduli e come chiedere l’esenzione dal pagamento



Redazione

Tieniti aggiornato. Iscriviti alla Newsletter!

Autorizzo al trattamento dei dati come da Privacy Policy