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Per la prima volta nella storia del nostro Paese, l'aspettativa di vita degli italiani è in calo. Lo afferma il rapporto Osservasalute secondo cui il fenomeno può essere collegato ad una riduzione della prevenzione

Non basta più favorire ed incentivare la cura persone anziane, serve prevenzione: lo ribadisce il rapporto di Osservasalute, che ha registrato un calo generalizzato nell’aspettativa di vita in tutte le regioni d’Italia. Le nuove tecnologie in ambito medico (come il collirio che sostituisce il bisturi in caso di cataratta) , e farmaci sempre più potenti ed intelligenti hanno migliorato costantemente l'aspettativa di vita delle persone anziane e malate: su queste basi appunto che si fonda lo stupore di un tale calo - da 80,3 anni per gli uomini e 85 per le donne nel 2014 ad un odierno 80,1 per gli uomini e 84,7 anni per le donne: pochi punti decimali significano molto e la questione deve essere presa sul serio.

ALCUNI DATI - Tra le cause di morte più frequenti, rivela lo studio, ci sono cardiopatie, malattie cerebrovascolari e cardiopatie di origine non ischemica. Viene poi confermato l'andamento favorevole dell'aspettativa di vita delle donne superiore agli uomini (+ 4,7 anni rispetto agli uomini).
Secondo il report, il record di maggior longevità è nella Provincia di Trento, sia per uomini che donne  (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni); la regione con minor longevità è invece la Campania con 78,5 per gli uomini e 83,3 per le donne. Dunque, quali sono i fattori che intervengono in questa situazione?

PAROLA D'ORDINE: PREVENZIONE - Per Walter Ricciardi, direttore dell'osservatorio sulla Salute delle Regioni, questo calo è dovuto esclusivamente alla mancanza di prevenzione in tarda età, affermando tristemente che l'Italia è il fanalino di coda nella prevenzione nel mondo, e questo ha un peso. Il rapporto segnala numerosi elementi di criticità, in quanto confermano il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanità, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità - ed effettivamente l'investimento in prevenzione è molto scarso (solo il 4,1%  della spesa sanitaria totale).

L’INVECCHIAMENTO ATTIVO - Quindi, come correre ai ripari? In primis considerando la salute come un bene da preservare fin dalla giovinezza, mettendo in pratica stili di vita sani, ma poi anche considerando la salute dell’anziano come una specificità da gestire secondo percorsi ad hoc che favoriscano il mantenimento di autonomia e salute; in poche parole, un invecchiamento attivo.

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Redazione

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