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InclusioneSempre più frequenti  campagne o iniziative personali che trovano diffusione sui social network per sensibilizzare alla diversità come normalità


Sperimentare le differenze significa conoscere qualcuno di "diverso",  sì, ma non "meno uguale". È questa consapevolezza che siamo tutti uguali anche se diversi, a mancare talvolta. Può capitare infatti che abbiamo difficoltà ad instaurare rapporti con chi consideriamo  fuori dai canoni della normalità, e la difficoltà ad approcciarci può essere amplificata da stereotipi o pregiudizi, ma anche solo da scarsa contiguità con l’altro.


Contribuire a mostrare che l’altro, nelle sue differenze, è qualcosa verso cui aprirsi e non chiudersi, è un compito non facile, che presuppone anche un lento lavoro di rivoluzione culturale, ma alcuni strumenti e alcune tendenze in atto lavorano proprio verso questo obiettivo. Penso ad esempio al fiorire di campagne, anche amatoriali, che nascono attraverso i social e si diffondono viralmente, rappresentando piccoli importanti fiumi che iniziano a portare consapevolezza dell’altro, magari col sorriso. La cosa interessante di queste iniziative, è che nascono non di rado da esperienze personali di familiari che decidono di mostrare ad esempio la vita quotidiana di una persona con disabilità, o lanciano provocazioni facendo leva proprio sulla spesso errata percezione del disabile.


Mi viene in mente, ad esempio, l’account Instagram che una modella ha aperto per postare le foto di tutti i giorni del suo bambino con Sindrome di Down, mostrando la quotidianità di un piccolo e della sua famiglia, così come quella di tutti gli altri, non senza però un’aura di glamour

 

Allo stesso modo, usando una ironia che alla fine ti fa riflettere, quattro cugini italiani hanno realizzato un video nel quale la lente d’ingrandimento è sulle capacità di ciascuno e le caratteristiche dei singoli, che sono ciò che ci rende tutti diversi, ovvero unici. Il video inizia con l’inquadratura dei quattro ragazzi dal busto in giù, e per tutta la sua durata, fino alla fine, non si vedrà il viso dei protagonisti. Ci verrà invece mostrato quello che sanno fare: tutti e quattro sanno suonare uno strumento musicale e giocare ai videogiochi, c’è chi sa fare calcoli matematici complicatissimi, chi sa preparare dolci, chi scrivere in giapponese, ecc. Sono le loro mani a raccontarcelo. Solo alla fine l’inquadratura si allargherà, fino a mostrarci che uno di loro è un ragazzo con Sindrome di Down. Questo fa forse qualche differenza sul fatto che sappia suonare o costruire modellini? No di certo, e se non ci avessero mostrato il suo volto, non avremmo notato nessuna differenza.
Alla fine di questo video, che ci lascia col sorriso, pensiamo che, davvero, siamo tutti diversi, ma questo, lungi dall’annullare le nostre abilità, ci rende unici.

 

In disabili.com:

 

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Redazione

 

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