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“Credi nella scienza, nella ricerca, aggrappati alle tue àncore qualsiasi esse siano. Stai vicino a chi ti accetta da malato senza sentirti mai fallace e vai a caccia di te stesso con tutte le forze che hai, costi quel che costi”

Stai fino a domani.
La cura per la tua malattia, quella che ti rende una mosca bianca nel mondo delle terapie risolutive, sta una manciata di anni oltre questo nel quale stai vivendo i tuoi dolorosi giorni.

La ricerca progredisce anche se ci dicono che non è così, ogni giorno: pensaci! Negli anni '90 si moriva di AIDS e la bestia nera che ci ha portato via tanti artisti e personaggi di spicco sembrava essere inarrestabile.
Oggi, grazie alla ricerca ed allo studio di milioni di tecnici, l'AIDS si affronta e la qualità della vita di un malato si è significativamente modificata.
Sì, ma io non ho l'AIDS, la mia malattia è sconosciuta, i medici mi bollano come ipocondriaco o come malato psichiatrico senza che nessuno comprenda il mio inferno. La fai facile, tu.
lila di spalle in carrozzinaNon la faccio facile per niente, amico mio, credimi: empatizzo con te e so come ti senti, per questo te lo ribadisco.
Io e te insieme fino a domani a voci unite.

Credi nella scienza, nella ricerca, aggrappati alle tue àncore qualsiasi esse siano. Stai vicino a chi ti accetta da malato senza sentirti mai fallace e vai a caccia di te stesso con tutte le forze che hai, costi quel che costi. Sostenere la ricerca è un dovere di tutti noi (uso di proposito la parola “dovere”: finanziare la ricerca in modo costante significa dare un'aspettativa di vita reale a chi, sostenuto e coadiuvato, può tornare ad essere membro attivo della società.)

Finanziare la ricerca non sia solo quindi la scelta del singolo spinto dalla beneficenza ma diventi la consuetudine di sostegno economico mondiale. Utopia? No. Ma bisogna alzare la voce.
Uniti oltre il nome delle patologie saremo megafono molto più della lotta alla singola etichetta.
Siamo tutti ugualmente rari, sebbene i nomi delle malattie ci rendano eterogenei: la costellazione di associazioni dedicate alla singola malattia debbono spartirsi la fetta di pane già tanto sottile in mille liquidità e si perdono fra i tanti che ne hanno bisogno; grazie al cielo queste associazioni ci sono, ma non bastano. C'è bisogno di NOI.

Credo nell'unione dei malati a prescindere da ciò che li rende tali, credo nel coro di voci, credo nella forza delle parole da indirizzare al mondo affinché si renda conto della nostra presenza.
È per tutti noi dalla singola voce flebile che concretizzo questa preghiera, affinché canalizzi su di noi la forza di farci sentire tutti insieme senza etichette: restiamo fino a domani.

In disabili.com:
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Lila Madrigali

 

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