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Dopo la canzone, un discorso. “Se abbiamo bisogno di un cambiamento è soprattutto nella mente, dove stagnano le disabilità più pericolose, come la mancanza di empatia e tolleranza”

Sul palco di Sanremo ieri sera è salito anche Paolo Palumbo (abbiamo parlato di lui anche qui, ndr) , ventiduenne sardo malato di SLA: la canzone (“Io sto con Paolo”) scritta da lui è stata interpretata dal rapper Kumalibre (Cristian Pintus) e da lui stesso attraverso un comunicatore vocale.
La canzone, che racconta la condizione e la storia di Paolo, era stata esclusa da Sanremo Giovani, ma gli organizzatori hanno comunque voluto che fosse presentata al pubblico dell’Ariston.

Dopo la sua esibizione, Amadeus ha dato la parola a Paolo, che ha raccontato chi è e come si vive con la Sclerosi Laterale Amiotrofica, raccontando anche di come suo fratello sia il suo totale sostegno: “Si chiama Rosario, e non è solo mio fratello: è anche il vero eroe di questa storia. Pensate che al momento della diagnosi lui ha lasciato tutto per prendersi cura di me, diventando le mie gambe e le mie braccia. Grazie a lui le mie incertezze sono scomparse (…)”.

Paolo ha anche esortato tutti a vedere la sua storia come quella di una persona che non si arrende, anche grazie al sostegno di chi gli sta accanto: “Rosario e la mia splendida famiglia mi hanno insegnato cosa significa la parola sacrificio, dedicandomi la loro vita senza chiedere nulla in cambio, se non di rimanere qui con loro. Grazie al loro amore ho scoperto una forza interiore che non sapevo di avere e che vorrei trasmettervi, perché sono convinto che ce l’abbiamo tutti anche se non ce ne rendiamo conto. E’ stato grazie a questa forza che la SLA non è riuscita a impedirmi di diventare uno chef e di realizzare tutto quello che avevo in mente, perciò la mia non è la storia di un ragazzo sfortunato ma la storia di un ragazzo che non si è arreso alle difficoltà e ha imparato a farne un punto d’appoggio sul quale costruire qualcosa di nuovo”.

Infine, tra le altre considerazioni, una esortazione a tutti quelli che lo ascoltavano: “Date al mondo il lato migliore di voi, e vedrete che le cose andranno meglio, perché se abbiamo bisogno di un cambiamento è soprattutto nella mente, dove stagnano le disabilità più pericolose, come la mancanza di empatia e tolleranza. Malattie come la mia ci rendono uguali: colpiscono senza giudicare le nostre storie. (…)”.


Qui sotto, il video dell’esibizione di Paolo e il suo discorso completo.



Qui sotto, il testo della canzone “Io sto con Paolo” di Paolo Palumbo

Nella vita di ognuno di noi c’è un sogno da realizzare
dicono però per avere ciò che vuoi devi lottare
non me la sento proprio di lasciarmi andare
perchè se esiste una speranza ci voglio provare

Mi chiamo Paolo ho 22 anni e ho la SLA
l’ho scoperto quattro anni fa
mi ha levato tutto tranne la vitalità
c’è chi mi giudica con troppa cattiveria
come se mi divertissi a star seduto tutto il giorno su una sedia

Il mio corpo è diventato una prigione
al di là delle sbarre ci arrivo usando gli occhi e l’immaginazione
vorrei camminare, mangiare, bere, parlare
guarire in fretta, ho una famiglia, amici da abbracciare

Il percorso sarà lungo ma ce la farà promesso
nonostante la stanchezza che ogni giorno porto appresso
certe cose le capisci solo se le vivi
guardi il mondo da una finestra sperando che quel giorno arrivi

Faccio un rumore in silenzio perché ho un carattere
e do speranza ad ogni malato in lacrime
ho una madre, un padre che adoro
e un fratello che mi presta gambe e braccia e non mi lascia mai da solo

Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto
sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo si è spento

Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto

Piacere sono Paolo
ho fretta di raccontare
scusatemi la voce
da casello autostradale
sognavo di fare lo chef ci sono riuscito
vedermi con la sedia a rotelle ti ha infastidito?

Questa malattia fa paura vista fuori
ho lottato pure quando ho perso i sapori
ho guidato un drone nel cielo
ho parlato al g8
e ora canto a Sanremo

Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto
sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo si è spento

Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto

Nella vita di ognuno di noi c’è un sogno da realizzare
dicono per ottenere ciò che vuoi devi lottare
non me la sento proprio di lasciarmi andare
perché se esiste una speranza ci voglio provare

Credo e recito il Rosario
ed è proprio lui a tenere lontano il mio sicario


Redazione

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