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David GiancanelliIntervistato per voi David Giacanelli, autore del libro in cui parlano le famiglie con disabilità

David Giacanelli nasce a Roma il 6 settembre del 1972. Dopo la maturità classica, la laurea in Scienze Politiche alla Sapienza. Ha lavorato per diversi anni come ufficio stampa istituzionale e, oggi, continua a svolgere la funzione di addetto stampa per una società . Ha scritto, come freelance, in numerose testate nazionali e siti internet. Si è occupato delle relazioni esterne di un Istituto per la promozione e divulgazione del cinema e l'audiovisivo dei Paesi latino-americani e nel novembre del 2004 si è classificato al terzo posto alla II Edizione del Premio giornalistico Benedetta D'Intino, istituito da Cristina Mondatori, con l'articolo sul sociale "Uomini". Appassionato di narrativa e cinema, appena gli è consentito, viaggia.
La presentazione del libro "Sì, cambia!" di David Giacanelli si terrà lunedì prossimo, ore 17,30, alla Camera dei Deputati, Palazzo Marini, Sala delle Colonne Via Poli 19, Roma.

Giacanelli ha incontrato i genitori di figli disabili e nel libro "Sì, Cambia!" - disponibile in formato eBook al costo di 10E inviando una email a ordini@libertaedizioni.net - ha descritto le loro testimonianze. Emergono vicende raccontate realisticamente, senza retorica, che spesso esprimono la preoccupazione relativa al futuro dei figli e analizzano le possibilità di usufruire di autonomia assistita (le case famiglia). I genitori intervistati si sono soffermati a riflettere sul prima, su cosa avrebbero e hanno fatto quando hanno ricevuto diagnosi di disabilità prima della nascita.
Leggiamo diverse, talvolta contrastanti argomentazioni a suffragio delle varie posizioni, ma tutti i genitori, laici o cattolici, si richiamano alla piena libertà di scelta, un valore imprescindibile dell'agire umano.

David, è passato un mese e mezzo dalla pubblicazione del libro; qual'è stato il riscontro presso i lettori?
Questo libro è un ebook e, dunque, la sua diffusione avviene principalmente attraverso internet. Il riscontro in rete è stato ottimo. E' stato addirittura creato un gruppo, non da me ma da un mio estimatore, al quale in un mese si sono iscritte 200 persone. Poi è stato recensito in diversi siti dedicati alla disabilità . Parlo di portali non solo romani, anche di regioni del nord Italia per esempio. Insomma, piano piano, il libro compie il suo piccolo viaggio. Inoltre, considerate le tematiche affrontate, oggettivamente difficili e certo non leggere, tanto interessamento lo considero comunque un bel traguardo.
Il libro, inoltre, non è stato ancora presentato. La presentazione avverrà lunedì 22 giugno, alle 17 e 30, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini, a via Poli 19. Spero le persone interessate possano intervenire numerose, a prescindere dall'acquisto del libro. Per precedenti esperienze ho compreso che anche il mondo dell'editoria è particolarmente intricato e ci puoi accedere o attraverso agenti letterari o, ancora, attraverso persone introdotte disposte a sponsorizzare il tuo lavoro. Per questo ho ritenuto, almeno onesto, l'operato di questa casa editrice. Non ho vincoli di nessun genere e, soprattutto, non ho dovuto acquistare un numero minimo di copie come previsto nei contratti stipulati con la stragrande maggioranza delle case editrici esistenti. Certo poi, pubblicando con una piccola casa editrice, sei penalizzato sul fronte della distribuzione e del prezzo di vendita. L'editore, proprio perché piccolo, decide di vendere il tuo libro ad un prezzo elevato (10E) rispetto alla media del mercato, ai più usuali prezzi di vendita. Ad ogni modo è un'esperienza interessante e arricchente. Sono sereno.

A livello istituzionale riscontri una reale e attiva partecipazione alle problematiche dell'handicap?
Sì. L'interesse e la disposizione affinché secolari problemi siano risolti esiste. Ciò che persiste è il mare magnum, insuperabile, tra la volontà e la sua realizzazione. Inoltre, quando parliamo di Handicap, dobbiamo considerarlo in due differenti prospettive: le problematiche oggettive da risolvere, legate al territorio e alle strutture, la cui assenza dovrebbe garantire una dignitosa qualità della vita per ogni portatore di handicap e la propria famiglia, e la mentalità intrisa ancora di pregiudizi, pigrizia, di resilienti paure nei confronti della diversità in genere. Le due prospettive vanno a braccetto e sono imprescindibili. Non tutte le Istituzioni si adoperano allo stesso modo. Dietro ogni provvedimento preso e poi applicato si nasconde un approccio culturale differente.

Dalle vicende narrate, e ancor più dalla tua esperienza professionale sull'argomento, come sintetizzeresti i principali problemi che affrontano le famiglie con persone con disabilità ?
La sintesi richiede, già , una capacità straordinaria. Alcuni contenuti ricorrenti riguardano lo smarrimento reale nel quale le famiglie si ritrovano. La differenza, a questo proposito, la fa anche il livello culturale e il radicamento sul territorio delle stesse famiglie. Affrontare l'handicap, contenerlo, conviverci, usufruire di tutti i diritti previsti, è un'impresa ardua e quotidiana che, ai miei occhi, richiede una forza disumana e, pertanto, straordinaria. Fantascienza. Le famiglie si sono misurate, tutte, con le asl, i municipi, gli assessori di turno, per non parlare dei medici e delle diagnosi correlate. Spesso si arriva ad avere delle risposte concrete o attraverso amicizie individuali, collegamenti più diretti ed efficaci con il mondo istituzionale o, ancora, esternando quanto di più barbarico è sopito in ogni madre e padre. Solo la tenacia e la violenza verbale, figlie della disperazione, delle volte, producono un risultato sofferto. In uno Stato di diritto questa è, appunto, fantascienza. La solitudine, l'innato istinto ad unirsi per condividersi ansie, preoccupazioni, il know how per essere genitori "modello", per approfondire la legge 104 sull'handicap o la 626 per la sicurezza sul lavoro, sono solo alcune delle manifestazioni del disagio di chi convive con l'handicap, di chi lo ha partorito e lo ama.

Cosa sarebbe urgente attuare, a livello governativo, per aiutare tali famiglie?
Probabilmente intensificare le iniziative culturali e sociali che schiudono l'handicap alla società civile, che non lo segregano all'interno delle mura domestiche, ma lo "normalizzano" il più possibile. Da cittadino mi piacerebbe farlo "sfilare" questo handicap, vederlo di più in televisione e al cinema, ascoltarlo alla radio, parlarne in termini di diversità concepita non solo, come impropriamente viene sempre e solo fatto, di patologia ed emarginazione, ma di differente esistenza. Sono necessari più punti territoriali d'informazione dedicati all'Handicap e una circolarità dell'informazione: a domanda deve corrispondere uno sviluppo, dunque una risposta certa.
Poi, ancora, città più accessibili dal punto di vista architettonico e, in genere, società più accessibili dal punto di vista culturale. Una legge che preveda, ad esempio, percentuali minime garantite anche per i disabili nella Politica, nei mestieri, negli ordini. Percentuali superiori a quelle già previste e, soprattutto, pene severe per chi queste percentuali non le rispetta. Pensiamo ad esempio alle Società pubbliche e private che dovrebbero schiudersi sempre più alla disabilità e non sempre lo fanno.
Non basta il telelavoro, " panacea" di tutti i mali secondo queste Società . I disabili necessitano di visibilità , di spazio sociale, di potere ricoprire ruoli determinanti, di sghettizzarsi.
In secondo luogo, credo aiuterebbe incrementare i fondi per le famiglie con disabili, così come per la costruzione di case famiglia e per il lavoro svolto dalle cooperative che organizzano la riabilitazione e integrazione del disabile nella società civile.

Concludiamo con i tuoi progetti futuri. Hai in programma altre pubblicazioni sul tema della disabilità ?
Ho in programma altre pubblicazioni. Non solo sulla disabilità . Mi piacerebbe scrivere, forse, qualcosa che riguarda la mia famiglia, la mia storia personale di uomo. La mia famiglia, che amo, è per certi versi un po' naif. Ecco, vorrei riuscire a trovare una chiave narrativa attraverso la quale fare interessare anche gli altri al mio vissuto personale. Credo sia l'impresa più ardua per ogni scrittore o aspirante tale. Comunque mi appassionano le storie umane. Sono molto curioso, nasco tale. Sono attratto dalla vita e dalla sensibilità delle persone. Mi piace scavare, esaltare anche ciò che, solo apparentemente, può sembrare anonimo e dozzinale.


PER SAPERNE DI PIU':

IL SITO DELLA CASA EDITRICE DOVE SCARICARE L'E-BOOK


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LA RECENSIONE DEL LIBRO "SI', CAMBIA!"

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[Paola Bj]

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