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lila alla manifestazione Milano PrideLila e la sua sedia a rotelle hanno partecipato al Milano Pride dello scorso sabato per scoprire una capillare organizzazione a misura di tutti. Qui ci racconta com'è andata

Non è stata una passeggiata decidere di partecipare ad un evento pubblico di grandissimo respiro come il Milano Pride 2015, in carrozzina.  Ci tenevo tantissimo ad esserci. È una bella festa, una festa di tutti che celebra l'amore e l'essere al di là di qualunque etichetta.
Ricordo il mio primo Pride a Roma: famiglie, colore, musica, senso di fratellanza, espressività liberata. Ai tempi ero ancora in grado di camminare e la realtà della disabilità non era sotto i miei occhi: finché non ci sbatti il TUO naso, davanti alla disabilità, non ti rendi conto di che cosa significhi, e così è stato anche per me. Volevo regalare a mio marito la stessa gioiosa esperienza e la decisione è stata presa in un istante: andiamo.

Arrivati alla stazione centrale di Milano quasi ci sorprendiamo: ma c'è così poca gente? Ci saranno sì e no duecento persone. Ma non è che l'inizio. Lo sciame colorato prende forma, i gruppi trovano posto nel corteo, si fa amicizia, si canta, si balla... si parte! Vengo aiutata da tutti.
I binari del tram sembrano fatti su misura per far incastrare alla perfezione le ruotine anteriori della mia sedia a rotelle e spesso mi blocco, nonostante la guida esperta di mio marito; chiunque si accorga del nostro disagio viene a dare una mano, sorride e va avanti a ballare. Questo accade dall'inizio della manifestazione fino alla fine. "Aspetta che ti do una mano! A posto? Pronti, via! Ciao bella, buon pride!" Non so più quante volte mi è stata rivolta questa frase, in mille sfumature diverse ma sempre coordinata da un sorriso splendente.

Persino i City Angels hanno un occhio di riguardo ogni volta che passo: mi fanno posto, mi mettono all'ombra, spostano con gentilezza chi mi si avvicina troppo (non è proprio piacevole inciampare e sentirsi speronati sulle caviglie: nella folla non è facile vedermi).
La festa va avanti fra musica, incontri, fotografie e tanto caldo.  Il serpentone arcobaleno si snoda  fino al punto di arrivo della manifestazione: che bella sorpresa, scoprire che sul palco principale le parole di chi interviene vengono tradotte anche nella lingua dei segni! Che organizzazione incredibile! Mi pervade un senso di uguaglianza e mi rendo conto di essermi dimenticata di essere in sedia a rotelle.

Persino mio marito è felice, lui che si sobbarca il non semplice incarico di spingermi per tutto il giorno sui sampietrini di Milano e non è proprio fresco come una rosa.
Ci sentiamo parte di qualcosa di grande, un passo nella storia: poco importa che quel passo lasci un'impronta di scarpa o di pneumatico. Noi c'eravamo ed abbiamo lasciato la nostra impronta.
Grazie a chi ci ha aiutati ad esserci: questa è la prova che ABBATTERE LE BARRIERE SI PUO'.


Lila Madrigali                         



In disabili.com:

Milano a rotelle (se la metro vuole)

 

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