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E’ dimostrato che trattamenti di cura estetica aiutano le persone ricoverate a ritrovare il senso della propria dignità, giovando al recupero generale dalla patologia

Quando siamo in ospedale ci sentiamo in un mondo parallelo. Non bastasse la malattia o la condizione per la quale ci troviamo a essere ricoverati, la stessa giornata non è più scandita dai normali ritmi quotidiani, e anche solo non raderci la barba, toglierci il pigiama e vestirci, pettinarci o truccarci rimarca l’idea che la normalità sia sospesa.

Quanto siano importanti anche queste piccole azioni e il non lasciarsi andare lo sanno anche i terapisti. A conferma di ciò l’avvio, presso la Struttura di Riabilitazione Neuromotoria della Fondazione Don Gnocchi attiva nell’Ospedale S. Antonio Abate di Fivizzano (MS) , di un progetto sui generis, che riporta il ricoverato alla sua condizione di persona, e non solo di paziente.

Si tratta dell’iniziativa “Grazie a TE”, attraverso la quale i ricoverati che lo vorranno potranno usufruire gratuitamente di trattamenti estetici forniti da un’estetista diplomata, che lavora in sinergia con l’équipe di riabilitazione. Un modo, questo, di restituire alle persone alle prese non solo con le malattie ma anche con gli effetti collaterali pesanti di terapie, la possibilità di allontanarsi per un po’ dalla loro condizione di malato, restituendo al proprio corpo un aspetto piacevole, e al contempo giovandone sotto il profilo psicologico. I segni distintivi della malattia, la difficoltà a mantenere la cura di sé e del proprio aspetto fisico, richiamano continuamente nei pazienti il loro “status” di malato, influenzando in negativo la sfera psicologica, modificando la percezione che hanno della propria immagine, limitando drasticamente la vita sociale e modificando le abitudini di cura di se stessi. La qualità di vita e lo stato d'animo che ne scaturiscono sono spesso fondamentali nel determinare la volontà e la capacità di reagire alla malattia.

La Dr.ssa Emanuela Romano, medico internista della struttura, che coordina il progetto insieme all’estetista Anna Mercede, riferisce: "Dai primi riscontri si evince che, come già dimostrato da esperienze simili in letteratura, i pazienti reagiscono positivamente a questo intervento che, nell’ambito di un approccio interdisciplinare tiene conto della cura estetica dell’individuo. I pazienti sottoposti ai trattamenti di bellezza e benessere hanno testimoniato un sensibile miglioramento della loro qualità di vita, indipendentemente dal tipo e dallo stadio della patologia".
"Questi trattamenti estetici chiamati "di conforto" aiutano molti pazienti a riacquisire il sentimento del decoro e della bellezza", commenta la dr.ssa Francesca Cecchi, medico responsabile della struttura. “Ciò si è dimostrato in molti casi essenziale, in quanto contribuisce a restituire alla persona il senso della propria dignità e con questo la motivazione al recupero".

In collaborazione con il Servizio di Psicologia del Centro (Dr.ssa Clara Giannarelli) è in corso uno studio sull’impatto di questo progetto sulla qualità percepita e sulla partecipazione, che sarà presentato al prossimo Congresso nazionale della Società di Medicina Fisica e Riabilitazione (SIMFER).

Per info:

www.dongnocchi.it


In disabili.com:

Oncologia e make up: l'importanza di sentirsi belle anche in terapia

 
Francesca Martin

 

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