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Giornata internazionale delle persone con disabilità: le storie di vita indipendente ci mostrano la strada da seguire per la piena parità dei diritti, a partire da quello più importante

Oggi, Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, da più voci – politiche, istituzionali, associative - ci ricorderanno le principali urgenze di questo mondo, che sono purtroppo numerose (scuola, diritti dei caregiver, necessità di una riforma delle pensioni, trasporti poco accessibili, lavoro che manca…). Tutte urgenze di cui quotidianamente cerchiamo di rimarcare l’impellenza nei nostri articoli, ma che oggi scegliamo di mettere virtualmente in stand-by per dare spazio a ciò che funziona, ciò che riesce, i casi virtuosi da copiare, le esperienze positive. Perché la disabilità, anche grave, può essere anche una vita piena, una vita autonoma, una vita che, se messa nelle condizioni di svilupparsi in un ambiente che ne consideri i bisogni, è una vita che nulla ha meno di altre.

Scegliamo quindi oggi di dare spazio a tutte quelle situazioni di vita indipendente, che pure esistono e si realizzano in Italia, mostrandoci che si può fare. Di più: si deve fare. Il diritto alla uguaglianza passa anche e soprattutto per la possibilità di autodeterminare il proprio futuro, attraverso scelte individuali che presuppongono la necessità di essere considerati soggetti agenti, e non oggetti che subiscono.

Ci aiuta a dare risalto a queste storie il nuovo spazio web Vado a vivere da solo, promosso dalla UILDM: un blog che raccoglie esperienze di lavoro, studio, famiglia, progetti e sogni di persone con disabilità neuromuscolare nella prospettiva di una vita indipendente.
Troviamo, allora, il racconto della vita indipendente di Stefano, che è iniziata dopo molti anni di tentativi ed è coincisa con l'avvio del suo attuale lavoro come webmaster dell'amministrazione provinciale di Bolzano, dove è impegnato anche come presidente della Sezione locale. 
C’è poi Elisa, di Genova, che racconta la sua iniziale paura di sentirsi "senza rete", superata grazie alle molte persone che le sono state vicine consentendole di vivere in modo autonomo in una casa-famiglia. Oggi lavora e collabora alla gestione della casa, facendo la spesa, curando piante e fiori, partecipando ad attività di volontariato.
È stata l'idea di "pensare in grande" che ha spinto Riccardo non solo a intraprendere una vita indipendente per sé, dopo una lunga esperienza in una comunità alloggio per disabili della Fondazione Don Gnocchi, ma di farne un progetto allargato. Con la Sezione UILDM di Milano ha coinvolto una cooperativa collegata alle Acli che ha dato in affitto all'Associazione un appartamento accessibile per ogni condominio che gestiva.Dall'Argentina all'Italia, attraverso difficoltà, separazioni e nuovi inizi: Adriana racconta la sua storia facendo trasparire una grande energia e voglia di indipendenza, ben riassunte in queste parole: "Io sono un datore di lavoro vero e proprio perché da parte mia c'è un investimento per assumere gli assistenti personali. Loro aiutano me ma io aiuto loro offrendo un lavoro: è uno scambio alla pari. In questo modo la persona con disabilità non è un peso per la società, ma un soggetto attivo perché fa muovere l'economia. Io non voglio essere un soprammobile: svolgo il mio lavoro ogni giorno, ho un ruolo nel mio ufficio e se manco si sente."

Diverse storie, stesso denominatore comune: un desiderio, quello di vivere la propria vita da protagonisti. In tutti i casi emerge, però, una evidenza: l’indipendenza passa anche per una autonomia che necessita di strumenti economici, strutturali, organizzativi. Qualora la condizione richieda un supporto esterno, non ci può messere autonomia senza un assistente personale; non ci può essere autonomia senza una indipendenza economica; soprattutto, non ci può essere autonomia se la disabilità viene inserita, anche dalla collettività, sotto la voce assistenza. Vita indipendente significa garantire un percorso personalizzato, dove i supporti non manchino, ma prima di tutto non manchi la considerazione della persone disabile come padrona della propria vita.

Ecco, se potessimo scegliere uno solo tra i molti messaggi che questa giornata potesse lasciare, in questo 3 dicembre, scegliamo questo: indipendenti per essere uguali.


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Redazione





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