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La donna, una insegnante di lettere di Genova mancata a 96 anni, ha inserito nel suo testamento varie realtà che operano nel sociale

Il bene non conosce confini di spazio né di tempo: quello che seminiamo oggi può aiutare tanti dopo di noi, e un gesto, anche il più piccolo, è il lascito migliore anche per perpetrare la nostra memoria in ciò che di buono si potrà fare, dopo di noi e a nome nostro.

Ci ricorda ciò la cronaca di questi giorni, che riporta del gesto della signora Marisa Cavanna, morta a 96 anni dopo essere stata insegnante di Lettere a Genova, la quale ha deciso di lasciare circa 25 milioni di euro della sua eredità complessiva a 16 enti benefici. Tramite testamento olografo, redatto nel 2012, la donna ha scelto di destinare la cifra agli ospedali Gaslini e Galliera, all’Istituto Don Orione di Genova, AIRC, Amnesty International, Amici senza frontiere, Save the Children, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Associazione italiana Amici di Raoul Follereau, Lega del Filo d’Oro, Suore Missionarie della Carità Opera Madre Teresa di Calcutta, Piccole Suore dei Poveri, Fondazione Opera San Francesco dei Poveri, Associazioni Missioni Don Bosco e Opera d’Assistenza Progetto Sorriso nel Mondo.

Un gesto che arriva da una persona normale, una anziana signora con una vita tranquilla. Ma non si deve pensare di dover possedere ingenti patrimoni per poter fare un gesto come questo. Il lascito a favore di enti o associazioni è alla portata di ciascuno: ognuno rispetto a quello che vuole e che può destinare.

E sono sempre di più gli italiani che scelgono di fare un gesto così semplice ma così importante. Lo testimoniano le associazioni del Comitato Testamento Solidale: sono soprattutto le migliaia di persone “comuni” che, scegliendo un testamento solidale, hanno fatto e continuano a fare la differenza, anche con donazioni di piccola entità. Lo spiega Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro: “In base a un’indagine Gfk Eurisko, sappiamo che circa la metà dei lasciti è sotto i 20 mila euro, un quarto ammonta a una cifra tra 20 mila e 50 mila euro e il restante quarto supera i 50 mila euro. La pandemia da Covid-19 poi ha in qualche modo accentuato questa predisposizione: secondo la ricerca ‘Gli italiani e la solidarietà dopo il Coronavirus’, condotta a fine giugno 2020 da Walden Lab per il Comitato Testamento Solidale, tra gli over 50, l’11% dichiara di aver pensato a un lascito solidale in seguito all’emergenza Covid-19; 2 su 10 hanno fatto o sono propensi a fare un lascito solidale in favore di un’organizzazione non profit, un totale di circa 5 milioni e mezzo di persone: quasi il triplo rispetto al 2013”.

Va ricordato, peraltro, che scegliere di inserire un lascito solidale nel proprio testamento non danneggia in alcun modo i legittimi eredi e le persone care. A questo proposito, il Comitato segnala infatti come nel lascito Cavanna sono inclusi anche la nipote, alcuni amici e la caregiver che si è presa cura della signora fino alla fine.

Al Comitato Testamento Solidale aderiscono 22 organizzazioni non profit: ActionAid, AIL, AISM, Associazione Luca Coscioni, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, UICI e Vidas.

Per approfondire:

www.testamentosolidale.org

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Redazione

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