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La disabilità, un ospedale, una cardiopatia importante e due città lontane: il viaggio onirico di Marco e Lila, oltre le paure e l'incertezza del domani


(Se volete un suggerimento musicale, vi consiglio di leggere l'articolo ascoltando questa colonna sonora)


Marco ed io ci conosciamo solo online.
Le nostre città, Gallarate e Padova, sono distanti per essere raggiunte già a cose normali. Se poi ci si mettono di mezzo la disabilità motoria e una carrozzina (le mie), e la cardiopatia di Marco, un incontro parrebbe troppo difficile, diluito in un futuro incerto.

Di Marco avete letto qui; qualcosa mi spinge a scrivergli oltrepassando il muro dell'essere due perfetti sconosciuti. Come spesso succede ai giorni d'oggi, il dialogo ha inizio con lo scambio di amicizia su Facebook.
Gli invio un messaggio: “Hai presente il campanello per chiamare le infermiere? Ecco, lì c'è un tasto nascosto. Lo sanno in pochi. È arancione e se lo si preme arrivo, facendo del mio meglio per portare sole e risate. Come stai oggi?
Nasce tutto in questo modo, senza fronzoli, navigando nel mare della sincerità.

Le infermiere c'entrano perché Marco Maurizio al momento è in ospedale in attesa di un trapianto di cuore. Sta facendo tutto il possibile per resistere fino a quando verrà donato un cuore adatto a lui, processo fisico e mentale che comporta un flusso di pensieri difficili da imbrigliare. Eppure Marco ha in sé la forza della positività e la convinzione che l'attitudine alla resilienza possa cambiare tutto.
Ha negli occhi il senso del viaggio, unito alle passioni ed alla forza.
Quando gli parlo sento l'energia che diffonde avvolgermi come il profumo delle arance.

L'ultima volta che sono stata in ospedale mio Fratello mi è stato guida in un viaggio che mi ha lasciata senza fiato: mi ha fatto chiudere gli occhi ed ha trasportato col pensiero il mio letto, flebo comprese, a Bali. Decidere di portare Marco in viaggio è un istante. “Partiamo? Ce ne andiamo in Martinica?
Partiamo!
Ci descriviamo il viaggio in uno scambio di chat nei minimi dettagli, dai colori alla musica, da cosa indossiamo a cosa colpisce i nostri occhi. Scorrere e rileggere la conversazione è immaginarsi un film nel quale non manca niente.

Il tramonto di Anses d'Arlet, dove ci rechiamo per visitare il relitto del Nahoon, ci accoglie con una festa sulla spiaggia che Marco descrive così: “Andiamo a ballare! Seguo la tua carrozzina e mi lancio nelle danze insieme a te, facendoti roteare nelle miriadi di lucine che ci fanno da cornice. Passi di uno swing che mi riporta indietro nel tempo: mi immagino con baffetti leggermente arricciati all'insù, la musica per un attimo si ferma e vedo l'azzurro dei tuoi occhi riflessi dalla luce della luna, luce che si estende su tutta la palizzata. Riflessi di vita sull'incresparsi delle onde.

Decidiamo di rientrare dopo l'immersione solo per raccontare a Disabili.com la preziosità di un viaggio onirico che attraversa il mondo in un battito di cuore, scavalcando con leggerezza qualsiasi ostacolo formale o imposto dal non conoscersi fisicamente.

Non so se quella rotonda sul mare della Martinica esista veramente.
Quello che so è che esiste per me e per Marco, è il portale attraverso il quale non esiste dolore e malattia, dove la disabilità non è un problema e dove l'attesa si spoglia della veste d'ansia.

Lila Madrigali


Foto di copertina di Alessandra Favaro

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