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frammento di foto della mostra nulla su di noi senza di noiIn occasione della inaugurazione della tappa padovana della mostra fotografica ""Nulla su di Noi senza di Noi!", il giornalista Franco Bomprezzi ci ha aiutato a fare alcune riflessioni sulla disabilità e la percezione della stessa

Foto in bianco e nero di capelloni in carrozzina, foto di cartelli sbiaditi con scritto "vietato l'accesso in spiaggia ai cani e agli invalidi", foto a colori di ragazzi con sindrome di Donw al lavoro, immagini di regate ed escursioni in handbike. E' questo il corpus della mostra fotografica "Nulla su di Noi senza di Noi! Le persone con disabilità e le loro famiglie: una partecipazione da protagonisti. Appunti per immagini" promossa dalla Fish, allestita attualmente nel cortile pensile di Palazzo Moroni a Padova e presentata venerdì scorso alla presenza, tra gli altri, del giornalista Franco Bomprezzi.

107 foto, che sarà possibile vedere fino al 3 febbraio prossimo a Padova, che sono come snocciolare una storia per immagini degli ultimi cinquant'anni di disabilità nel nostro Paese. Un modo per ricordare come erano i disabili, come erano guardati e trattati, cosa è cambiato e come, e grazie a quali azioni.  Un'utile occasione per ricordare le condizioni di vita di milioni di cittadini e delle loro famiglie, ma anche un momento per ribadire la necessità di un impegno comune, allo scopo di garantire fondamentali diritti umani, a partire dai principi fissati nel 2006 dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, per la cui attuazione concreta, tuttavia, si dovrà percorrere ancora una lunga strada.

franco bomprezzi, stefano borgato  e matteo schianchiEd è proprio sulla necessità di un impegno comune, sulla strada fatta e su quella da fare, che Franco Bomprezzi ha fatto vertere il suo intervento all'apertura della mostra.  Ha usato, Bomprezzi, parole fondamentali come ascolto, condivisione e confronto. Ha ricordato come "avere ragione da soli non serva": come sia piuttosto necessario fare un passo indietro, andare oltre le divisioni anche interne alle stesse associazioni  rappresentanti differenti disabilità, per fare fronte comune. Faceva l'esempio ancora Bomprezzi: è come dire "tu non puoi capire, perché sei in carrozzina, mentre mio figlio è autistico". Quello che serve è, al contrario, condivisione sia di parole che di competenze, oltre che di contenuti. Solo così il fronte si fa comune.  Il mondo della disabilità, quando riesce a farlo, dimostra di avere una buona consapevolezza di se stesso, ed è questa compattezza che serve per far sì che anche all'esterno la cosa passi, perché fuori c'è ancora una certa ignoranza e pregiudizio.

Da qui una interessante considerazione sulla responsabilità dei media, nel costruire e veicolare l'immagine della persona con disabilità:  "La rappresentazione della persona disabile nei media è passata attraverso varie foto di una protesta storica per i diritti delle persone disabili fasi: passata quella  della Tv del dolore, strappalacrime, adesso c'è la grande evidenza dei genitori disperati, oppure quella della rappresentazione della persona che "arranca": più uno è scassato economicamente, socialmente, ecc, più corrisponde all'idea di persona con disabilità". Questo comporta in realtà uno scollamento rispetto alla vita reale: per fortuna la gran parte delle persone con disabilità e le loro famiglie vivono una vita "normale". Oggi ci sono molti più diritti che un tempo non c'erano, una serie di servizi che un tempo non c'erano, di superamenti di barriere di vario tipo, magari a macchia di leopardo, ma ora ci sono. Quello che manca è la consapevolezza anche all'esterno di questa realtà.  E tutto questo sistema non è solo di comunicazione, ma di cultura complessiva del Paese: fa sì che noi dobbiamo, adesso, in qualche modo,  recuperare la normalità della condizione di disabilità, che si traduce nella possibilità di vivere senza chiedere. Senza essere ogni giorno costretti a spiegare tutto da capo, come spesso ci capita di dover fare.

"Oggi nel nostro Paese abbiamo molti strumenti anche molto inclusivi, vedi l'ambito scolastico- ha ricordato Bomprezzi. Questo ha fatto sì che ad esempio per ciò che riguarda la disabilità intellettiva o relazionale  quasi tutti i bambini possano frequentare la scuola.  Ma qui il paradosso: l'inclusione scolastica si è via via inaridita: è come se si fosse tornati indietro, diventando quasi più segregante: quasi più una questione di ore di sostegno che di effettiva partecipazione alla vita della classe. È come se ci fosse una tendenza inconscia della società a ridurre al minimo il "danno" consistente dall'includere la persona disabile, piuttosto che considerarla come una risorsa. Continua ad essere prevalente il termine "problema", "problematico"."

Quale soluzione, quindi? Oltre ad auspicare una seria riflessione da parte dei media, per quello che è il loro peso nella creazione della cultura condivisa sul tema,  Bomprezzi suggerisce l'unione da parte delle persone disabili, con l'auspicio di un cambio generazionale nella guida delle associazioni che le rappresentano: è giusto che i giovani portino avanti le battaglie che nel passato hanno portato ai diritti di cui si gode ogge. Ma l'importante è non fermarsi.

locandina mostra nulla su di noi senza di noi Ed è il medesimo auspicio condiviso anche da Matteo Schianchi, storico e collaboratore della FISH, intervenuto a Padova. Discutere, confrontarsi, per dare voce a diritti che sono unici, pur nelle differenti disabilità. La strada per i diritti, ha ricordato Schianchi, è quella della elaborazione politica di quello che viene dal basso: dalle reali esigenze, dalla vita quotidiana, per evitare che diritti scritti siano vuoti nel contenuto, rispetto alle reali ricadute nella vita delle persone.


"Nulla su di Noi senza di Noi" sarà visitabile a Padova, prima tappa del 2014, fino al 3 febbraio 2014. Si sposterà successivamente in altre città italiane. Vi consigliamo di visitarla, per ricordare il passato ma anche avere occhi per osservare il presente, e operare al meglio per il futuro.


PER INFO:
www.fishonlus.it
www.facebook.com/fishonlus


IN DISABILI.COM:

RACCONTARE LA DISABILITA' ATTRAVERSO LE FOTO: NULLA SU DI NOI SENZA DI NOI!


Francesca Martin


 

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