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E' ricordato come l’uomo che “vinse il buio indicando ai ciechi le vie della cultura”.
Lui è Louis Braille, di cui proprio il 4 gennaio 2007 cade il bicentenario della nascita. Non una data lasciata al ricordo casuale di pochi attenti scrutatori di agende e ricorrenze, visto che il 4 gennaio è stato dichiarato dalle Nazioni Unite la giornata internazionale del Braille.
Per caricare ulteriormente questa data di inizio 2007, proprio in occasione del bicentenario l’Unione Mondiale dei Ciechi ha bandito un concorso internazionale sull’importanza ed insostituibilità del Braille che ha cambiato il destino dei ciechi portandoli dai gradini delle chiese alle cattedre universitarie.
Ospitiamo di seguito l'intervento di Tommaso Daniele, presidente nazionale dell'Unione Italiana Ciechi, scritto proprio per dare il giusto tono alla ricorrenza.

E' stato affermato che l'invenzione della scrittura è il momento che ha consentito all'uomo di passare dalla preistoria alla storia. Questa profonda verità pedagogica ci permette di comprendere l'alto valore sociale che, per i ciechi, assume il sistema Braille.
Ideato nel 1825 da Louis Braille, il sistema di lettura e di scrittura tattile che porta il glorioso nome di questa nobile figura di non vedente, ha consentito non a singole personalità di ciechi, ma a tutti i privi di vista di avviare il faticoso processo di riscatto morale, civile, sociale e culturale.

Fin dall'età dell'Umanesimo molti erano stati coloro che si erano cimentati nel tentativo di fornire ai ciechi il modo di leggere e di scrivere. L'equivoco fondamentale, in cui erano incorsi tutti questi pensatori, tra i quali spiccano i nomi di Erasmo da Rotterdam e di Girolamo Cardano, consisteva nel fatto che movevano dal presupposto che la scrittura in rilievo dovesse fedelmente riprodurre quella in nero. Soltanto verso la metà del Seicento, il padre gesuita Francesco Lana Terzi comprese che la scrittura è un insieme di segni convenzionali e che, quindi, ai ciechi occorre un sistema che si modelli sulle possibilità del tatto. Egli, però, non si rese conto che il tatto è in grado di cogliere più facilmente il punto che non la linea. Il sistema da lui ideato, quindi, non sortì risultati di rilievo. L'originalità del sistema Braille, che non per caso fu pensato e realizzato da un cieco, consiste proprio nel totale rispetto delle effettive possibilità tattili. Il tatto coglie la successione, la discontinuità e la breve estensione. Louis Braille, pur essendo un umile maestro di musica, intuì fondamentali leggi di psicologia, come quella di Weber e di Fechner relativa alla soglia sensoriale, su cui si fonda il sistema di lettura e di scrittura tattile.

Louis Braille nacque a Coupvray a poche decine di chilometri da Parigi nel 1809.
Perse la vista a tre anni, ferendosi con un punteruolo, mentre giocava nella bottega del padre, che era un modesto sellaio. Studiò all'Istituto Nazionale dei Ciechi di Parigi, dove divenne provetto conoscitore di musica. Si spense prematuramente nel 1852, consunto dalla tisi. II suo sistema si diffuse lentamente e non senza contrasti. Se, però, "originalità" significa "fecondità", egli deve considerarsi tra i geniali benefattori dell'umanità più sofferente. Giusto è quindi che egli riposi nel Pantheon di Parigi, che accoglie le ceneri degli eroi. Legittimo è che l'ONU nel 1952, abbia proclamato il Braille il sistema universale di scrittura e di lettura per i ciechi.
I ciechi italiani, e tutti i ciechi del mondo, sono grati alla sua memoria per averli liberati dalle catene dell'ignoranza.

Tommaso Daniele

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L'attualità del sistema di lettura e scrittura braille sono anche le innumerevoli applicazioni. Di seguita alcune segnalazioni in nostri articoli:
ARRIVA LA PRIMA STAMPANTE IN BRAILLE

ACCESSIBILITA’, LA NOVITA’ SI CHIAMA BRAILLENET SYSTEM

VINI IN BRAILLE: SI COMINCIA DA VALPOLICELLA E SOAVE


[Alberto Friso]
alberto@disabili.com

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