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A Pordenone non ci sono più fondi per la salute mentale. Un allarme che ha scatenato le proteste dell'Associazione italiana tutela salute mentale (Aitsam) cittadina, del Dipartimento di salute mentale (Dsm) e della Cooperativa Itaca, che hanno fatto fronte comune in una battaglia che li vede schierati contro l'indifferenza della Provincia e della Regione.

"Mancanza di attenzione, di fondi e di contributi regionali stanno aggravando la situazione"
è la dichiarazione di Giovanni Moroldo, presidente dell'Aitsam; e alle sue parole si aggiungono quelle di Angelo Cassin, responsabile del Dsm di Pordenone: "Nella nostra Provincia e anche nella regione non c'è attenzione verso il problema del disagio mentale".

Un atteggiamento in controtendenza rispetto alle cifre, che nel 2004 hanno registrato ben 3mila e 600 persone che si sono rivolte al Dipartimento, in cerca di sostegno e di cure.
La buona volontà c'è, come pure gli effettivi sforzi individuali, ma "il costante calo delle risorse non permette di raggiungere quei buoni risultati che altrimenti, data la ricchezza delle idee e delle pratiche presenti, si potrebbero avere" sostiene Ardea Moretti, responsabile dell'area psichiatria della Cooperativa Itaca.
Un calo delle risorse che, aggiunge, "non permette ovviamente di dedicare la dovuta attenzione alle attività di prevenzione, di lotta allo stigma, di diffusione di una cultura per la sofferenza mentale".
I fatti lo dimostrano: "il reparto di diagnosi e cura è inadeguato e fuorilegge - afferma la Moretti - manca almeno un altro Centro di salute mentale che sia aperto 24 ore, festivi compresi. Inoltre i posti nelle strutture di accoglienza residenziali sono pochi".
E questi tagli sulla salute mentale sono solo gli ultimi, che vanno ad aggiungersi a quelli che continuano a colpire i cittadini sofferenti. "E' una situazione che va ad aggravare un allarme già presente, dovuto ai tagli dei finanziamenti che si registrano nell'ambito del sociale, che limitano i sussidi, i contributi per la corresponsione di eventuali rette, le borse lavoro e quant'altro. Per gli aiuti delle persone in difficoltà e con sofferenza mentale, quindi, va considerato che il calo dei fondi è ben maggiore di quello relativo alla sanità".

Cooperative sociali a rischio. In questo quadro, sia che esse gestiscano attività di appalto, sia che operino con altri tipi di interventi, si trovano sempre più in difficoltà, e rischiano di scivolare dal servizio "a favore e con" le persone con sofferenze mentali, alla semplice fornitura di mano d'opera, possibilmente a basso costo.
La riduzione delle risorse, infatti, dando per scontato il mantenimento di un buon livello nella qualità del servizio, rischia non solo di rendere difficoltosa l'applicazione del contratto nazionale di lavoro, ma di comportare, come conseguenza, minor formazione, minor attenzione al territorio ed ai vari attori della rete sociale.

La responsabilità della classe politica di certo non manca nell'ambito della salute mentale - "è evidente la discordanza tra le promesse fatte, ad alti livelli politici, di dedicare più attenzione al problema, e quello che i cittadini effettivamente vedono" - e, più in generale, nell'ambito della disabilità.
Spiega infatti Cassin: "A Pordenone è rimasta inapplicata la legge numero 68, quella che supera il collocamento obbligatorio per lista, e che prevede che la persona sia inserita sulla base delle sue disabilità e caratteristiche nei luoghi di lavoro. Le aziende dovrebbero riservare una percentuali di posti ai disagiati. Ma sono pochissime quelle che lo hanno fatto e la provincia, alla quale spetta il compito del controllo, è ancora latitante. E se il disagiato non lavora non migliora e resta sulle spalle del Dsm".


Dipartimento di Salute Mentale
Sede : Via De Paoli 21 Pordenone
Telefono : 0434/237811
Fax : 0434/237832
e-mail : angelo.cassin@ass6.sanita.fvg.it
 
Associazione italiana tutela salute mentale (Aitsam) 

Cooperativa Itaca

Provincia di Pordenone 

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