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La persona con disabilità nel contesto della nostra società occidentale.
Lo sforzo di noi giornalisti sociali di Disabili.com è proprio quello di fornirne una fotografia il più possibile accurata, con i mezzi a nostra disposizione. Ma – per fortuna – in questa ricerca non siamo gli unici che hanno questo obiettivo, e che mettono a disposizione tempo ed energie in questa direzione.
Questo per introdurre il professor Renzo Scortegagna, docente di sociologia dell’organizzazione presso l’Università di Padova, e attento osservatore della realtà sociale italiana: non da oggi, dal momento che il docente si interessa di questi temi da alcuni decenni.
Abbiamo avuto la fortuna di averlo ai nostri microfoni. In due puntate (questa è la prima) vi presentiamo alcune sue considerazioni.

Professor Scortegagna, può raccontarci quali sono stati i cambiamenti più rilevanti che hanno interessato la disabilità negli ultimi vent’anni?
“La questione può essere letta da due punti di vista.
Il primo riguarda le cause delle disabilità, specialmente quella derivante da deficit fisici.
In passato i rischi maggiori erano legati al parto e alla malattia, e colpivano comunque bambini alla nascita o comunque in tenera età (come è il caso della poliomelite); poi c’erano gli infortuni nel lavoro che riguardavano persone giovani e adulte. Oggi si sono aggiunti gli incidenti stradali, che nella maggioranza dei casi colpiscono giovani.
Questo è un dato descrittivo, ma che modifica sostanzialmente il profilo del disabile, sia in rapporto all’accettazione della disabilità, che rispetto alla modalità con cui essa viene vissuta.

Il secondo punto di vista è quello delle politiche sociali e sanitarie.
Per secoli la disabilità è stata nascosta e quindi i disabili emarginati o istituzionalizzati, e nessuno si è posto il problema degli ostacoli sociali e materiali che impedivano ai disabili stessi di essere autonomi nello svolgimento delle funzioni vitali.
Poi le politiche sono intervenute per tutelare e proteggere il disabile, anche intervenendo sulle barriere che gli creavano handicap. Un momento che ha evidenziato il problema adottando alcune soluzioni, ma che ha inciso poco nella cultura dell’integrazione e nella gestione delle differenze.

Oggi invece i nuovi traguardi sono proprio quelli del pieno riconoscimento dei diritti e delle differenze esistenti nell’esercitare tali diritti, che non devono comunque tradursi in forme di disuguaglianza e di discriminazione. In quest’ottica non sono soltanto interessati i disabili e le loro famiglie, ma tutti indistintamente, per promuovere una nuova cultura, che sappia utilizzare tutti gli strumenti e le tecnologie esistenti”.

Dalla Sua trentennale esperienza di docente universitario, quali idee trae relativamente alla disabilità nel mondo dell’Università?

“L’Università come istituzione ha affrontato la questione in modo serio, proponendosi di eliminare o correggere gli svantaggi che rendevano difficile al disabile la partecipazione alla vita universitaria. E credo che ci sia ancora molto da fare in questa direzione. Non so invece quanto sia cambiato l’atteggiamento e l’approccio alla disabilità da parte dei docenti. Ho l’impressione che molti docenti abbiano ancora un atteggiamento di “compassione” (non nel significato buddista), che non è quello del riconoscimento e del rispetto. Può darsi che anche i disabili possano fare qualcosa in questa direzione; certamente i docenti devono acquisire un nuovo modo di porsi di fronte alle differenze, evitando di cadere nei meccanismi delle disuguaglianze, che comunque sono forme di discriminazione sociale”.

  • Renzo Scortegagna chi è
    Ha insegnato trent’anni Sociologia e Sociologia dell’organizzazione presso l’Università di Padova. A dicembre scorso ha lasciato in anticipo il ruolo, continuando ad insegnare a contratto Sociologia dell’organizzazione presso due Master, sempre dell’Università di Padova.
    Per anni ha affiancato all’insegnamento l’attività di consulenza presso comuni, province e regioni e presso case di riposo, servizi di assistenza domiciliare, servizi sanitari di base ecc.
    A Padova è impegnato nel volontariato, nel campo della formazione degli anziani, un’attività iniziata più di vent’anni fa con il “progetto formazione continua”, di cui è responsabile.

INFO:

Il sito dell’Università di Padova 


[Valter Nicoletti]

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