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Salve marina, sono R... una mamma di un bimbo cerebroleso di 15 anni. F., questo è il nome del mio bimbo, per il suo peso (13 kg) e per le sue condizioni fisiche, molto delicate, viene seguito da un'ottima pediatra da circa 3 anni, il problema è che l'ASL mi dice che quando filippo compirà 16 anni, dovrà passare ad un medico e un più una pediatra, e non vi sono vie d'uscita... Mi chiedo come ciò sia possibile... ad esempio il mio medico so già che non se la sente di prendere in carico la cosa... e lo capisco. Una soluzione sarebbe naturalmente di andare privatamente dalla pediatra, a parte che non me lo posso permettere, ma non è giusto che non possano essere tutelati i bimbi come F.
In attesa, la prego mi aiuti.
(la nostra regione è la Lombardia)


La risposta di mamma Marina

Cara R.
Purtroppo l’hanno informata correttamente, le legge prevede che fino a 14 anni e in casi particolari fino ai 16 il medico curante debba e possa essere il pediatra, oltre tale età si passa al medico di medicina generale che spesso non conosce nulla di disabilità e pazienti con patologie complesse come i nostri figli.

Conosco le difficoltà di trovare medici in grado di prendersi seriamente e professionalmente carico della salute dei nostri ragazzi, una giustificazione ce l’hanno, nessuno insegna loro all’Università di Medicina e Chirurgia come poterlo fare, si trovano a dover affrontare disturbi e patologie che spesso sui libri sono appena accennate e hanno timore di sbagliare, però questo non ci deve condizionare, lei potrà anche, se preferisce e si sente più tranquilla, continuare a portare privatamente F a fare i controlli periodici dalla sua pediatra se questa è d’accordo, ma ufficialmente dovrà essere il MMG a seguirlo per i controlli, per le visite programmate se necessarie e per tutte le prescrizioni se saranno utili per salvaguardare il più possibile la salute di F.

Certamente per i ragazzi e gli adulti con handicap gravi che spesso non sono neppure in grado di comunicare i loro disturbi, poter proseguire a essere seguiti dal Pediatra che è abituato a capire i bambini che ancora non parlano risulterebbe a mio modesto parere un’opportunità che andrebbe valutata attentamente, siamo noi genitori però a doverci fare carico di proporre questa importante argomentazione agli uffici competenti, assessorati alla sanità e ministero, spesso non possiamo più accedere al compimento dei 18 anni alle cure negli ospedali infantili e le più comuni prassi sanitarie come esami del sangue o anestesie negli ospedali per adulti diventano motivo di ulteriore difficoltà per noi che già ne viviamo molte, perché gli aghi o strumenti vari sono a misura di persona adulta sia di età che di conformazione fisica, invece i nostri figli spesso sono adulti solo per età .

Coraggio, non si scoraggi,
un abbraccio,
Marina

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